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Artista: Sparks Album: Indiscreet


Anno: 1975
Tempo: 41:34

Una critica dell'album Indiscreet degli Sparks


Gli Sparks iniziarono il loro percorso musicale negli anni '70 e sono stati un gruppo che ha influenzato molti artisti del panorama musicale, nonostante non abbiano raggiunto una notorietà universale. Il loro genere si potrebbe definire come una fusione tra rock, pop ed elettronica, caratterizzato da testi stravaganti e surreali. In questo articolo andrò a esaminare uno dei loro album più famosi, Indiscreet, analizzando il contesto in cui è stato creato, le migliori canzoni dell'album e alcune critiche che sono state fatte ai Sparks ma anche a questo album in particolare.

Nel 1975 gli Sparks stavano lavorando alla realizzazione di nuove canzoni per il loro quinto album. La loro carriera stava procedendo a gonfie vele e i consensi erano sempre maggiori. Si presentarono a loro degli scenari interessanti: i Kiss avevano appena raggiunto un grande successo con il loro album Alive! e la band dei produttori italiani Giorgio Moroder e Pete Bellotte stava spopolando nel panorama musicale europeo grazie alla loro estrema innovazione elettronica. Così gli Sparks decisero di collaborare proprio con Moroder e Bellotte per creare un album che fosse all'insegna di un'atmosfera nuova, jazzata, sexy e avvolgente.

Indiscreet si apre con una delle canzoni più celebri degli Sparks, How Do I Get To Carnegie Hall, un brano incalzante, pieno di groove, che mostra come la fusione tra rock e jazz sia realizzabile e riuscita. La seconda posizione è occupata da fa All You Ever Think About Is Sex, una canzone esplicita e divertente, che va a rappresentare uno degli stilemi fondamentali degli Sparks: testi surreali e provocatori.

La terza posizione è per una delle canzoni più apprezzate dell'album, il singolo Get In The Swing, che presenta un sound elettronico originale e innovativo per l'epoca, e un testo che ironizza sulle mode del momento. Tutte le canzoni dell'album hanno uno stile musicale molto interessante, come il brano Under The Table With Her, un pezzo denso e malinconico, la cui melodia ci accompagna in un intimo e personale percorso.

Tuttavia, uno dei principali elementi di critica all'album riguarda la mancanza di coerenza tra le canzoni. Il sound generale dell'album sembra molto vario e non sempre omogeneo. Alcune tracce, come quell di Wedding of Jacqueline Kennedy to Russell Mael, risultano addirittura leggermente fuori tema rispetto al resto dell'album.

In aggiunta, la scelta dei testi diventa spesso eccessiva, così come la produzione di Moroder e Bellotte. La loro impronta, infatti, tende a rendere molto sexy e sensuale questo album degli Sparks, a scapito del lato surreale e smaliziato al quale il gruppo ci aveva abituato.

Indiscreet è un album degli Sparks che si regge su un'idea originale di collaborazione tra Moroder, Bellotte e la band stessa. Allo stesso tempo, tuttavia, il risultato finale appare come poco coeso e omogeneo, e si avverte una differenza rispetto agli album precedenti del gruppo, più focalizzati sui testi surrealizzanti. In ogni caso, questo album resta un ritratto emblematico di un'epoca del pop rock elettronico della seconda metà degli anni '70.

Indiscreet è un album degli Sparks che si regge su un'idea originale di collaborazione tra Moroder, Bellotte e la band stessa. Allo stesso tempo, tuttavia, il risultato finale appare come poco coeso e omogeneo, e si avverte una differenza rispetto agli album precedenti del gruppo, più focalizzati sui testi surrealizzanti. In ogni caso, questo album resta un ritratto emblematico di un'epoca del pop rock elettronico della seconda metà degli anni '70.