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Artista: The Moody Blues Album: Long Distance Voyager


Anno: 1981
Tempo: 46:38

Una critica dell'album Long Distance Voyager dei The Moody Blues


Il gruppo The Moody Blues, nato nel 1964 a Birmingham, è tra i grandi esponenti della scena rock inglese. Il loro stile musicale si caratterizza per un mix di rock psichedelico, folk, blues e musica classica. Nel corso degli anni, hanno saputo conquistare un vasto pubblico e l'album Long Distance Voyager, del 1981, rappresenta uno dei loro lavori più famosi. In questo blog post andremo a recensire questo lavoro discografico, analizzando le principali caratteristiche delle canzoni e dando un giudizio finale.

Long Distance Voyager è un album che si inserisce nella fase di transizione della band, che aveva ormai abbandonato la sperimentazione psichedelica degli esordi per un approccio più commerciale. Le migliori canzoni dell'album, infatti, sono quelle che rispecchiano maggiormente questo nuovo stile. Tra queste spicca sicuramente la hit Gemini Dream, con la sua melodia orecchiabile e il testo che parla di un sogno d'amore infranto. Anche la traccia d'apertura, The Voice, è un pezzo solido, che sprigiona energia e vitalità.

Altre canzoni interessanti sono Talking Out of Turn, una ballad che racconta la fine di una relazione, e Nervous, un brano più sperimentale che mette in mostra la capacità dei Moody Blues di mescolare suoni e influenze diverse. Tuttavia, in generale, l'album soffre un po' di una certa uniformità, che a lungo andare può risultare noiosa per chi cerca delle variazioni stilistiche.

In termini di contesto, Long Distance Voyager esce nel 1981, in un'epoca in cui la New Wave e la musica elettronica iniziano a imporsi sulla scena musicale. Si tratta, quindi, di un lavoro che risente un po' di queste influenze, ma cerca comunque di mantenere un sound rock tradizionale. L'album ha riscosso un grande successo commerciale, raggiungendo il primo posto nelle classifiche inglesi e americane.

Veniamo ora alle critiche. È indubbio che Long Distance Voyager rappresenti un passo verso la commercializzazione della musica dei Moody Blues. Al di là della qualità delle singole canzoni, infatti, ci sono alcuni elementi che possono far storcere il naso ai fan più accaniti del gruppo. In particolare, l'uso massiccio di sintetizzatori e tastiere può risultare eccessivo e snaturare il sound originale della band. Inoltre, alcuni testi delle canzoni possono sembrare banali o troppo convenzionali.

In definitiva, Long Distance Voyager è un album che ha avuto un grande successo commerciale e ha fatto conoscere i Moody Blues a un pubblico più vasto. Tuttavia, il prezzo pagato per questa popolarità è stato quello di sacrificare in parte l'originalità e la sperimentazione che avevano contraddistinto gli esordi del gruppo. Nonostante ciò, è comunque un lavoro interessante da ascoltare, soprattutto per chi cerca della buona musica rock dagli anni '80.