Trap Italiana
Il trap italiano é un cocktail di hip hop, di synth dutch e di campioni, mix e robba pesante, Fra i ragazzotti italiani sto genere sta sfondando, li rappresenta in pieno, dal flow menefreghista al sintetizzatore impasticcato. Il trap trascina anche le celebritá, che non vogliono perdersi il treno della moda, nel suo circolo vizioso-pitch. Nonostante tutto, non ti fare ingannare il trap italiano originale é quello sconosciuto, giovane. ribelle e sputacazzate a raffica. L´italian trap fa suo lo stile iniziato negli Stati Uniti, lo personalizza, il possesso dei mezzi di comunicazione rapidi, tipo Whazzap e Instagram lo rende piú accessibile e piú vicino ai giovani delle aree metropolitane.Romanticismo, passione e ritmi house possono essere ascoltati nel cuore della musica trap italiana. Dalle strade delle città italiane arrivano ritmi feroci e melodie da night club. Diversi produttori e stili sono combinati per diversificare ulteriormente il suono. Un'ondata di hype riempie le sale degli eventi quando questi famigerati brani vengono rilasciati da disc jockey selezionati in tutto il mondo, senza mai mancare di suscitare vera eccitazione attraverso ogni bar stridulo e ritmo riverberante. Batteria sparsa contro batteria motorik e chiptune comprensiva possono anche essere esplorati in alcune selezioni aggiungendo un tocco dal mix di modernità estetica del Giappone con il sapore italiano - dimostrando che i leader della trap italiana possono fare molto di più di brani impreziositi da ottoni electro twist che eccitano qualsiasi festa.
2024-10-01
Il nuovo disco di Dani Faiv – News dal trap italiano
Uscirà venerdì 18 gennaio il nuovo progetto discografico del rapper Dani Faiv prodotto da Machete Dischi. Si chiama Fruit Joint + Gusto e contiene 18 tracce di cui 11 inedite, infatti il rapper aveva pubblicato un primo disco nel 2018, ma in questa occasione uscirà anche in versione fisica in tutti i negozi di dischi. Dani Faiv, classe 1993, ha potuto godere della collaborazione di un sacco di nomi come Madman, Nitro, tha Supreme, Shade, Takagi e Ketra e molti altri che hanno curato anche la parte musicale.
Uno dei pezzi chiave del disco, come lo definisce lui stesso, è sicuramente Xquisa, risultato della collaborazione con Takagi e Ketra. Di questo incontro Dani Faiv racconta che i due produttori erano rimasti sorpresi e interessati dal brano che lo ha portato al disco d’oro, cioè Gameboy Color, tanto da inviargli sempre frasi tratte dal brano.
Un altro nome che compare nei feat di questo album è quello di Shade, con cui è nata Che buona, traccia che ironizza sulla situazione in cui i due ragazzi hanno creato la canzone in studio.
Il pezzo che in assoluto Dani Faiv preferisce del suo nuovo progetto è Facile, il pezzo che fa più riflettere. Nel brano parla a se stesso dandosi consigli per superare i pregiudizi delle persone.
Sono presenti molti pezzi felici nel disco. Il progetto è ispirato al concetto di mondo felice, volevo dare un’identità a questo periodo della mia vita dice Dani Faiv fiero. Dopo aver aperto il live di Salmo al Forum di Assago a dicembre, partirà con il suo instore tour da Varese il 18 gennaio, per poi fare tappa anche a Como, Monza, Bologna, Firenze, Lucca, Torino, Genova, Verona, Vicenza, Roma, Milano.
Uno dei pezzi chiave del disco, come lo definisce lui stesso, è sicuramente Xquisa, risultato della collaborazione con Takagi e Ketra. Di questo incontro Dani Faiv racconta che i due produttori erano rimasti sorpresi e interessati dal brano che lo ha portato al disco d’oro, cioè Gameboy Color, tanto da inviargli sempre frasi tratte dal brano.
Un altro nome che compare nei feat di questo album è quello di Shade, con cui è nata Che buona, traccia che ironizza sulla situazione in cui i due ragazzi hanno creato la canzone in studio.
Il pezzo che in assoluto Dani Faiv preferisce del suo nuovo progetto è Facile, il pezzo che fa più riflettere. Nel brano parla a se stesso dandosi consigli per superare i pregiudizi delle persone.
Sono presenti molti pezzi felici nel disco. Il progetto è ispirato al concetto di mondo felice, volevo dare un’identità a questo periodo della mia vita dice Dani Faiv fiero. Dopo aver aperto il live di Salmo al Forum di Assago a dicembre, partirà con il suo instore tour da Varese il 18 gennaio, per poi fare tappa anche a Como, Monza, Bologna, Firenze, Lucca, Torino, Genova, Verona, Vicenza, Roma, Milano.
Tag: trap italiano, dani faiv, nuovo disco, pregiudizi, 2019
2024-09-28
Dalla discriminazione all'integrazione, il miracolo della trap italiana
Oggi intervistiamo Samu, un giovane artista di origine albanese che ha fatto della sua tormentata e difficile adolescenza la rampa di lancio per la sua carriera musica e sforna un bel pezzo di trap italiano.
Come sei arrivato alla musica e alla decisione di trasformarla nella tua vita?
Ho sempre amato la musica fin da bambino ed ho deciso di trasformarla nella mia vita quando ho sentito che avevo tanto da raccontare e che avevo un certo feeling con il microfono.
Come ti senti a rappresentare la tua identità di italiano di seconda generazione in un momento così particolare del nostro tempo?
Sono fiero delle mie origini ma d'altro canto sento un legame d'appartenenza anche con l'Italia.
Per molti la provincia è sinonimo di tranquillità, per altri di marginalizzazione. Come è stato crescere nelle tue zone?
Sicuramente non è stato facile, io venendo dall'Albania sono stato discriminato fin da piccolo vista la mentalità chiusa e i pregiudizi da parte della maggioranza degli abitanti del posto.
In un genere musicale in cui il maschilismo rappresenta una forma di affermazione, cosa diresti ai numerosi esempi che ci sono in giro?
Ai numerosi esempi direi di provare a dare un messaggio più profondo ai giovani, facciamo sì che cambi questo mondo in bene, non rendiamolo materialista più di quanto già sia.
K.F.S. Si pone come un collettivo eclettico, ricco di contributi in numerosi campi. Qual è il vostro obiettivo artistico?
Il nostro obiettivo artistico è quello di dare un messaggio ai giovani come noi. La vita è lunga e non bisogna perdersi nelle strade più semplici o lasciarsi vivere, vogliamo far capire ai ragazzi che noi abbiamo la possibilità di scegliere e se qualcuno non è d'accordo poco importa l'importante è essere sempre se stessi, solo così si può condurre una vita felice.
E qual è il tuo obiettivo personale?
Tra i miei obiettivi c'è sempre quello di dare un messaggio ai giovani, aiutare la mia famiglia e chi ne ha davvero bisogno poi personalmente per la carriera voglio arrivare ad essere conosciuto ad un livello internazionale.
Come è stata la tua esperienza al Beccaria? Quali sono le tue critiche al sistema delle carceri giovanili in Italia?
È stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita, mi ha fatto cambiare modo di pensare e mi ha dato modo di riflettere sui miei errori. Non ho nulla da dire riguardo al sistema delle carceri giovanili.
A quali artisti della trap italiana ti ispiri? Quali sono le tue influenze principali?
Non mi ispiro a nessun artista della Trap italiana, sono cresciuto ascoltando principalmente rap old school americano poi col passare degli anni ho ascoltato davvero di tutto.
Come vedi la contaminazione del tuo genere musicale da qui a qualche anno?
Sicuramente sempre in evoluzione poi non saprei dirti, sarà tutto da scoprire!
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
A breve avrete notizie di me, usciranno tantissime cose quest'anno e noi siamo carichi per farci sentire.
Per sentire Non Cambierò il singolo d’esordio di Samu, clicca qui.
Come sei arrivato alla musica e alla decisione di trasformarla nella tua vita?
Ho sempre amato la musica fin da bambino ed ho deciso di trasformarla nella mia vita quando ho sentito che avevo tanto da raccontare e che avevo un certo feeling con il microfono.
Come ti senti a rappresentare la tua identità di italiano di seconda generazione in un momento così particolare del nostro tempo?
Sono fiero delle mie origini ma d'altro canto sento un legame d'appartenenza anche con l'Italia.
Per molti la provincia è sinonimo di tranquillità, per altri di marginalizzazione. Come è stato crescere nelle tue zone?
Sicuramente non è stato facile, io venendo dall'Albania sono stato discriminato fin da piccolo vista la mentalità chiusa e i pregiudizi da parte della maggioranza degli abitanti del posto.
In un genere musicale in cui il maschilismo rappresenta una forma di affermazione, cosa diresti ai numerosi esempi che ci sono in giro?
Ai numerosi esempi direi di provare a dare un messaggio più profondo ai giovani, facciamo sì che cambi questo mondo in bene, non rendiamolo materialista più di quanto già sia.
K.F.S. Si pone come un collettivo eclettico, ricco di contributi in numerosi campi. Qual è il vostro obiettivo artistico?
Il nostro obiettivo artistico è quello di dare un messaggio ai giovani come noi. La vita è lunga e non bisogna perdersi nelle strade più semplici o lasciarsi vivere, vogliamo far capire ai ragazzi che noi abbiamo la possibilità di scegliere e se qualcuno non è d'accordo poco importa l'importante è essere sempre se stessi, solo così si può condurre una vita felice.
E qual è il tuo obiettivo personale?
Tra i miei obiettivi c'è sempre quello di dare un messaggio ai giovani, aiutare la mia famiglia e chi ne ha davvero bisogno poi personalmente per la carriera voglio arrivare ad essere conosciuto ad un livello internazionale.
Come è stata la tua esperienza al Beccaria? Quali sono le tue critiche al sistema delle carceri giovanili in Italia?
È stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita, mi ha fatto cambiare modo di pensare e mi ha dato modo di riflettere sui miei errori. Non ho nulla da dire riguardo al sistema delle carceri giovanili.
A quali artisti della trap italiana ti ispiri? Quali sono le tue influenze principali?
Non mi ispiro a nessun artista della Trap italiana, sono cresciuto ascoltando principalmente rap old school americano poi col passare degli anni ho ascoltato davvero di tutto.
Come vedi la contaminazione del tuo genere musicale da qui a qualche anno?
Sicuramente sempre in evoluzione poi non saprei dirti, sarà tutto da scoprire!
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
A breve avrete notizie di me, usciranno tantissime cose quest'anno e noi siamo carichi per farci sentire.
Per sentire Non Cambierò il singolo d’esordio di Samu, clicca qui.
Tag: trap italiano, musica trap, periferia, discriminazione, piccolo paese, immigrazione
2024-06-28
Ghali a Bologna per il compleanno di Radio DEEJAY
La notizia di oggi nel mondo del Trap è la scivolata del manager di Ghali, che durante la diretta Facebook di Radio DJ si è fatto scappare che a marzo l'artista sarà presente alla festa di compleanno di Radio DEEXJAY all'Unipol Arena di Bologna. Trovate i biglietti per l'evento Party Like a Deejay seguendo questo link su Ticketone.
Tag: Radio DEEJAY, Ghali, Bologna, party, compleanno
2024-06-16
Rockstar, il terzo album di Sfera Ebbasta in vetta alle classifiche italiane
Con una coperetina fluo e un'improbabile chitarra elettrica rovesciata, pelliccia rosa della nonna trash e pendagli sulle scarpe da tennis, Sfera Ebbasta prensenta il suo nuovo album "Rockstar", da subito in vetta alle classifiche italiane. La trap star di Cinisello Balsamo incarna la tendenza del genere verso l'appropriazione di un gusto glam da finto bravo ragazzo che si ripulisce dalle periferie ed entra nel mainstream del nuovo pop nostrano! Ascolta qui su Staimusic le tracce di questa nuova evoluzione del trap!
Tag: Sfera Ebbasta, Rockstar, nuovo album
2024-05-01
Link utili per scaricare sample di musica Trap
Inauguriamo una sezione di articoli dedicata alla ricerca e al download di sample gratuiti per la produzione trap. In questo primo articolo presentiamo una selezione di siti che propongo sample del Roland TR 808, imprescindibile per iniziare a sperimentare con i suoni tradizionali della trap.
Nei prossimi articoli proporremo altri siti di riferimento per altre parti.
TR 808:
http://smd-records.com/tr808/?page_id14
https://www.producerspot.com/free-download-808-drum-samples-kit-by-producerspot
https://soundpacks.com/free-sound-packs/808-drum-kit/
https://trisamples.com/808-trapstep-pack-vol-1/
Nei prossimi articoli proporremo altri siti di riferimento per altre parti.
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https://soundpacks.com/free-sound-packs/808-drum-kit/
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Tag: link, sample, scaricare, trap, tr, 808, roland
2024-01-19
Le radici del Trap italiano
Il fenomeno Trap arriva in italia con qualche anno di ritardo, ma nell’ultimo biennio il movimento sta gradualmente prendendo forma.
La crescita esponenziale del genere, colloca la Trap in una categoria distinta dal Rap, cosa che fino a poco tempo fa sembrava un utopia. L’affermazione della Trap nel belpaese arriva parallelamente con l’ingresso nella scena di un producer classe ‘94, l’ormai affermatissimo Charlie Charles. Questo ragazzo milanese in pochi anni è diventato il beatmaker di riferimento della Trap, offrendo un concept sconosciuto alle orecchie del pubblico italiano.
I fiori all’occhiello della scuderia di Charlie Charles sono senza dubbio Sfera Ebbasta e Ghali, due che si sono fatti largo a suon di hit che hanno letteralmente sfondato nel pubblico Youtube. Il successo di Charlie Charles parte dal basso: con Sfera Ebbasta a cantare sulle basi di “Emergenza Mixtape”, il primo lavoro pubblicato in collaborazione. Il producer inizia a lavorare con altri due artisti, Ghali e Maruego, con il primo a faticare per il successo e il secondo ad abbandonare il team dopo poco tempo.
Grazie alla track “Criminale” infatti, Maruego attira le attenzioni di altri producer più affermati e si unisce ai 2nd Roof, scatenando non poche tensioni trasformate in dissing sui social e in alcune canzoni.
L’abbandono di Maruego rafforza l’intesa tra Charlie Charles e Sfera Ebbasta, l’uscita della hit XDVR sarà una vera e propria bomba mediatica, la prima vittoria della Trap nelle classifiche italiane. Questo beat di Charlie sarà come una Bibbia della Trap e in seguito il successo del team milanese sarà ripetuto con “Optional” di Ghali, traccia che farà guadagnare i big likes all’artista di origini tunisine.
Da lì in poi i tre continueranno l’ascesa e i dati youtube parlano chiaro: dal 2015 le visualizzazioni dei loro video superano quelle di rapper più famosi come Fabri Fibra, Emis Killa e Salmo, decretando la Trap come vera e propria corrente in evoluzione.
Le produzioni di Charlie attirano l’interesse delle major discografiche, ma lui rifiuta l’offerta di Warner e Universal, e firma con “Roccia Music”, etichetta di Marracash e dj Shablo, dimostrando di avere le idee chiare per il futuro nonostante la giovane età.
La crescita esponenziale del genere, colloca la Trap in una categoria distinta dal Rap, cosa che fino a poco tempo fa sembrava un utopia. L’affermazione della Trap nel belpaese arriva parallelamente con l’ingresso nella scena di un producer classe ‘94, l’ormai affermatissimo Charlie Charles. Questo ragazzo milanese in pochi anni è diventato il beatmaker di riferimento della Trap, offrendo un concept sconosciuto alle orecchie del pubblico italiano.
I fiori all’occhiello della scuderia di Charlie Charles sono senza dubbio Sfera Ebbasta e Ghali, due che si sono fatti largo a suon di hit che hanno letteralmente sfondato nel pubblico Youtube. Il successo di Charlie Charles parte dal basso: con Sfera Ebbasta a cantare sulle basi di “Emergenza Mixtape”, il primo lavoro pubblicato in collaborazione. Il producer inizia a lavorare con altri due artisti, Ghali e Maruego, con il primo a faticare per il successo e il secondo ad abbandonare il team dopo poco tempo.
Grazie alla track “Criminale” infatti, Maruego attira le attenzioni di altri producer più affermati e si unisce ai 2nd Roof, scatenando non poche tensioni trasformate in dissing sui social e in alcune canzoni.
L’abbandono di Maruego rafforza l’intesa tra Charlie Charles e Sfera Ebbasta, l’uscita della hit XDVR sarà una vera e propria bomba mediatica, la prima vittoria della Trap nelle classifiche italiane. Questo beat di Charlie sarà come una Bibbia della Trap e in seguito il successo del team milanese sarà ripetuto con “Optional” di Ghali, traccia che farà guadagnare i big likes all’artista di origini tunisine.
Da lì in poi i tre continueranno l’ascesa e i dati youtube parlano chiaro: dal 2015 le visualizzazioni dei loro video superano quelle di rapper più famosi come Fabri Fibra, Emis Killa e Salmo, decretando la Trap come vera e propria corrente in evoluzione.
Le produzioni di Charlie attirano l’interesse delle major discografiche, ma lui rifiuta l’offerta di Warner e Universal, e firma con “Roccia Music”, etichetta di Marracash e dj Shablo, dimostrando di avere le idee chiare per il futuro nonostante la giovane età.
Tag: trap, italiano, charles, sfera, ghali
2023-12-10
L’intervista con Demo MC, tra old school e nuove tendenze con il suo nuovo lavoro Giudizi Popolari
Ciao Demo, allora come va? ;)
Ciao ragazzi, benone direi. Grazie per l’invito e per questa intervista.
Hai uno stile che miscela rap italiano old school, trap e parti di dubstep. Quali sono le tue principali influenze musicali?
Sembra una frase fatta, ma anche io sono uno di quelli che ascolta davvero un sacco di roba diversa l’una dall’altra. Per una questione anagrafica il rap “old school” è da sempre in playlist ma poi passo alla trap, al rock indie, all’edm, al raggaeton… l’ascolto è casuale, in realtà poi alla fine soprattutto con gli ultimi progetti l’obiettivo invece ha un focus ben preciso: mi piace immaginarmi come un bridge tra il “vecchio” ed il “nuovo” perché, spesso, come nella moda, tutto torna e la sfida è saperlo far funzionare al passo coi tempi.
In Ti Sembra Vero, da un certo punto di vista ribalti e critichi sia i canoni della trap sia quelli della vita media, creando una specie di parallelismo tra la scena musicale e la vita media contemporanea. Cosa è successo a entrambi i contesti nella nostra situazione contemporanea? E come vedi lo stile e il genere trap in questo momento? Senti una necessità di rinnovare la scena trap italiana?
Guarda, in realtà non è stata una critica alla trap o alla sua “scena”, perché di fatto l’impostazione del brano arriva da quel mondo lì. E’ uno storytelling, soprattutto nella prima strofa, è qualcosa che mi è successo non tanto tempo fa con una Major che mi ha contattato perché colpita dai risultati di “Skippa” e che nell’arco di qualche giorno ha ritrattato alcune pseudo-promesse con scuse senza senso. Forse si aspettavano il ragazzino affamato di successo e con le fette di salame sugli occhi, ma se mi chiedi “Dove vuoi arrivare”, a 36 anni, non posso che risponderti “Il più in alto possibile”. Evidentemente volevano far numero e allora tanto vale rimanere indipendente se non c’è un progetto che sta in piedi.. Il brano poi si evolve nella seconda parte e si, ci avete preso in pieno: proiettandoci in quella che è oggi la realtà, tutto questo ostentare ricchezza, brand e “bella vita” come unico esempio a cosa può portare? Ad altrettanti che ci proveranno e che crederanno che per fare questa roba devi prima pensare a cosa mettere nell’armadio e al collo piuttosto che nei testi. Non ha senso. O per lo meno non è tutto.
Per fortuna, come in tutte le cose, c’è sempre del buono nel marcio, ed i risultati e l’impatto mediatico che sta avendo (finalmente) il rap con tutte le sue diramazioni è bellissimo e lasciatemi dire, dovuto.
Non sento però il dovere o l’onere di rinnovare una scena in particolare, ognuno fa il suo e c’è spazio per tutti: sono gli addetti ai lavori che devono cercare però di differenziare il prodotto e chi lo fornisce, guardando anche al contenuto, altrimenti pur avendo oggi la possibilità di ascoltare tanto e tanti, avremo solo dei copia e incolla.
L’intro di Follow Me è un campione di California Love. Cosa ti ha spinto a inserirlo come presentazione del brano?
Guarda, niente di trascendentale. A parte l’importanza di 2Pac nella mia “crescita musicale”, in realtà con il protagonista (Omar, Ultratrail Runner), che è anche un amico, scherzandoci abbiam sempre detto che assomiglia tantissimo a 2Pac e allora quale sveglia migliore se non California Love?
Il concetto di “sotto casa”, con i social e tutto il resto, è diventato uno spazio immenso. Ma quel è il tuo “sotto casa, quello che senti più vicino a te?
Ti spiazzerò dicendoti che non mi sento rappresentato e né supportato realmente dal mio “sotto-casa”. Quando ho iniziato nel ’97 puntavi tantissimo a crearti un’identità ed una fama all’interno del paese o della “zona” (il mio primo gruppo si chiamava proprio “Tipi della zona”, fantasia!), in realtà col passare del tempo, quando prendi le cose seriamente, ti accorgi che tutto quel supporto “dal basso” non ce l’hai perché tanto loro sanno già chi sei. Una frase che ripeto spesso è “Gli amici o conoscenti sono gli ultimi a supportarti ma i primi che verranno a citofonarti a casa se diventerai qualcuno”. Per misurarti devi uscire dal tuo CAP, e nel mio caso vedere visualizzazioni in altre regioni, e spesso anche all’estero, con altrettanti commenti (positivi o negativi) è una vera vittoria: perché sei arrivato a loro con la tua musica, punto.
Come in Follow Me, in Skippa, ma anche negli altri tuoi brani, tratti la necessità di scrivere testi contrapposta a chi scrive per passare sui social senza veri contenuti, solo per la fama e l’esposizione. Cosa significa per te scrivere?
Si esatto, per me il contenuto è importantissimo. La musica deve comunicare, non ha altro scopo oltre che intrattenere, naturalmente. Ho sempre usato la scrittura e composizione dei brani per sfogarmi, comunicare uno stato d’animo o per provare a far smuovere qualcosa. E’ una valvola di sfogo, come può essere un ring per un pugile: sono io contro me stesso e se riesco a trasmettere la stessa cosa all’ascoltatore, sono la persona più felice del mondo.
In Un Bravo Ragazzo compari vestito molto simile al protagonista di Un Giorno di Ordinaria Follia, ma una versione più giovane e come nel film, quando ti toccano quelle “due o tre cose vedi che ti fa il pazzo”. Quali sono le cose che portano alla ribellione personale?
M fa piacere parlare di brani ormai datati ma che, come “Un bravo ragazzo”, per me hanno segnato l’inizio di un nuovo percorso insieme a Sonny Castillo (Loud Studio), produttore dei miei progetti da almeno 4 anni ormai… L’etichetta di bravo ragazzo mi è stata spesso affibbiata, nel senso che fondamentalmente (appunto) mi son sempre fatto gli affari miei, ho talmente tante cose a cui pensare (tra cui una famiglia) che tutto il resto passa in secondo piano. Questo non vuol dire che può cadermi in testa un meteorite senza che me ne accorga: se metti in dubbio la genuinità e dedizione con la quale produco la mia musica, i numeri che faccio o banalmente, sul personale, tocchi quelle 4/5 persone che per me sono tutto nella vita, allora sarebbe meglio andare ognuno per la sua strada. Per il resto, le chiacchiere, l’invidia degli altri, ed i leoni da tastiera, giusto per una citazione, “possono accompagnare solo”.
L’intervista continua nella pagina dell’artista.
Ciao ragazzi, benone direi. Grazie per l’invito e per questa intervista.
Hai uno stile che miscela rap italiano old school, trap e parti di dubstep. Quali sono le tue principali influenze musicali?
Sembra una frase fatta, ma anche io sono uno di quelli che ascolta davvero un sacco di roba diversa l’una dall’altra. Per una questione anagrafica il rap “old school” è da sempre in playlist ma poi passo alla trap, al rock indie, all’edm, al raggaeton… l’ascolto è casuale, in realtà poi alla fine soprattutto con gli ultimi progetti l’obiettivo invece ha un focus ben preciso: mi piace immaginarmi come un bridge tra il “vecchio” ed il “nuovo” perché, spesso, come nella moda, tutto torna e la sfida è saperlo far funzionare al passo coi tempi.
In Ti Sembra Vero, da un certo punto di vista ribalti e critichi sia i canoni della trap sia quelli della vita media, creando una specie di parallelismo tra la scena musicale e la vita media contemporanea. Cosa è successo a entrambi i contesti nella nostra situazione contemporanea? E come vedi lo stile e il genere trap in questo momento? Senti una necessità di rinnovare la scena trap italiana?
Guarda, in realtà non è stata una critica alla trap o alla sua “scena”, perché di fatto l’impostazione del brano arriva da quel mondo lì. E’ uno storytelling, soprattutto nella prima strofa, è qualcosa che mi è successo non tanto tempo fa con una Major che mi ha contattato perché colpita dai risultati di “Skippa” e che nell’arco di qualche giorno ha ritrattato alcune pseudo-promesse con scuse senza senso. Forse si aspettavano il ragazzino affamato di successo e con le fette di salame sugli occhi, ma se mi chiedi “Dove vuoi arrivare”, a 36 anni, non posso che risponderti “Il più in alto possibile”. Evidentemente volevano far numero e allora tanto vale rimanere indipendente se non c’è un progetto che sta in piedi.. Il brano poi si evolve nella seconda parte e si, ci avete preso in pieno: proiettandoci in quella che è oggi la realtà, tutto questo ostentare ricchezza, brand e “bella vita” come unico esempio a cosa può portare? Ad altrettanti che ci proveranno e che crederanno che per fare questa roba devi prima pensare a cosa mettere nell’armadio e al collo piuttosto che nei testi. Non ha senso. O per lo meno non è tutto.
Per fortuna, come in tutte le cose, c’è sempre del buono nel marcio, ed i risultati e l’impatto mediatico che sta avendo (finalmente) il rap con tutte le sue diramazioni è bellissimo e lasciatemi dire, dovuto.
Non sento però il dovere o l’onere di rinnovare una scena in particolare, ognuno fa il suo e c’è spazio per tutti: sono gli addetti ai lavori che devono cercare però di differenziare il prodotto e chi lo fornisce, guardando anche al contenuto, altrimenti pur avendo oggi la possibilità di ascoltare tanto e tanti, avremo solo dei copia e incolla.
L’intro di Follow Me è un campione di California Love. Cosa ti ha spinto a inserirlo come presentazione del brano?
Guarda, niente di trascendentale. A parte l’importanza di 2Pac nella mia “crescita musicale”, in realtà con il protagonista (Omar, Ultratrail Runner), che è anche un amico, scherzandoci abbiam sempre detto che assomiglia tantissimo a 2Pac e allora quale sveglia migliore se non California Love?
Il concetto di “sotto casa”, con i social e tutto il resto, è diventato uno spazio immenso. Ma quel è il tuo “sotto casa, quello che senti più vicino a te?
Ti spiazzerò dicendoti che non mi sento rappresentato e né supportato realmente dal mio “sotto-casa”. Quando ho iniziato nel ’97 puntavi tantissimo a crearti un’identità ed una fama all’interno del paese o della “zona” (il mio primo gruppo si chiamava proprio “Tipi della zona”, fantasia!), in realtà col passare del tempo, quando prendi le cose seriamente, ti accorgi che tutto quel supporto “dal basso” non ce l’hai perché tanto loro sanno già chi sei. Una frase che ripeto spesso è “Gli amici o conoscenti sono gli ultimi a supportarti ma i primi che verranno a citofonarti a casa se diventerai qualcuno”. Per misurarti devi uscire dal tuo CAP, e nel mio caso vedere visualizzazioni in altre regioni, e spesso anche all’estero, con altrettanti commenti (positivi o negativi) è una vera vittoria: perché sei arrivato a loro con la tua musica, punto.
Come in Follow Me, in Skippa, ma anche negli altri tuoi brani, tratti la necessità di scrivere testi contrapposta a chi scrive per passare sui social senza veri contenuti, solo per la fama e l’esposizione. Cosa significa per te scrivere?
Si esatto, per me il contenuto è importantissimo. La musica deve comunicare, non ha altro scopo oltre che intrattenere, naturalmente. Ho sempre usato la scrittura e composizione dei brani per sfogarmi, comunicare uno stato d’animo o per provare a far smuovere qualcosa. E’ una valvola di sfogo, come può essere un ring per un pugile: sono io contro me stesso e se riesco a trasmettere la stessa cosa all’ascoltatore, sono la persona più felice del mondo.
In Un Bravo Ragazzo compari vestito molto simile al protagonista di Un Giorno di Ordinaria Follia, ma una versione più giovane e come nel film, quando ti toccano quelle “due o tre cose vedi che ti fa il pazzo”. Quali sono le cose che portano alla ribellione personale?
M fa piacere parlare di brani ormai datati ma che, come “Un bravo ragazzo”, per me hanno segnato l’inizio di un nuovo percorso insieme a Sonny Castillo (Loud Studio), produttore dei miei progetti da almeno 4 anni ormai… L’etichetta di bravo ragazzo mi è stata spesso affibbiata, nel senso che fondamentalmente (appunto) mi son sempre fatto gli affari miei, ho talmente tante cose a cui pensare (tra cui una famiglia) che tutto il resto passa in secondo piano. Questo non vuol dire che può cadermi in testa un meteorite senza che me ne accorga: se metti in dubbio la genuinità e dedizione con la quale produco la mia musica, i numeri che faccio o banalmente, sul personale, tocchi quelle 4/5 persone che per me sono tutto nella vita, allora sarebbe meglio andare ognuno per la sua strada. Per il resto, le chiacchiere, l’invidia degli altri, ed i leoni da tastiera, giusto per una citazione, “possono accompagnare solo”.
L’intervista continua nella pagina dell’artista.
Tag: Demo MC, giudizi popolari, rap, trap italiano, intervista, new bands, band emergenti, nuovi gruppi rap, rap italiano
2023-10-31
La solitudine riscoperta, due parole con Fre, artista trap emergente
Oggi ci viene a trovare nella nostra piattaforma musicale FRE, un rapper emergente che cerca spazio nella scena trap italiana. Il suo pezzo Gomorrista, sinceramente, spacca e noi lo intervistiamo, cercando di conoscerlo meglio e di dare un volto e un significato più esauriente alle sue rime.
Come sei arrivato alla Trap?
La trap è una delle tante sfaccettature della musica HH, semplicemente dagli Usa è arrivata in Europa e mi piaceva molto il sound sembrava nelle mie corde e ho deciso di fare delle produzioni e dei Brani Trap. Non sono Trapper Puro ma piuttosto un DIVERSAMENTE RAPPER perché sperimento molto anche nelle produzioni, quindi come realizzo un brano trap, ne posso fare una con un sound EDM o Dance .
Che direzione sta prendendo la Trap italiana?
Il mercato parla chiaro sta andando molto molto bene, è il genere più ascoltato dai giovani ma a farla bene sono davvero pochi. Quando un genere entra nella moda viene un po’ replicata da tutti quindi è sempre più ascoltata.
Gomorrista. Ci sembra un bel gioco di parole tra Gomorra e umorista. Cosa rivedi della tua sfida ai cantanti del momento in questo accostamento di termini?
In realtà non sfido nessuno, ma sicuramente sottolinea il fatto che questo oceano di Gansta Trap sono uno più finto dell'altro. Ci sono alcuni che palesemente fingono altri che davvero arrivano dalle popolari e raccontano storie di vita vera. Il GOMORRISTA è proprio quella persona che sulla scia della moda di GOMORRA diventa improvvisamente mafioso.
Nel pezzo Gomorrista si nota una certa rabbia, con chi ce l’hai veramente?
Bellissima domanda mi fa riflettere. Non sono arrabbiato, ma non ti nego che ho qualcosa dentro che vuole esplodere e devo farla esplodere ... diciamo cosi...
I primi versi del testo di Gomorrista sembrano una sorta di introduzione al tuo modo di pensare. Ti va di spiegarci cosa significano per te?
Certo, li mi sto riferendo al fatto che sento dire tante cose, che tutto fanno tutto ma poi vedo veramente poco. Insomma Fanno un po’ i Boss ma poi e solo nella loro testa. Alla fine quello che siamo realmente lo sappiamo dentro di noi.
Qual è la tua relazione con l’ambiente underground milanese, quello scelto per girare il video?
La location l'abbiamo scelta insieme con Daniele Russo il mio regista, è una stazione abbandonata dove il tempo a nascosto le tracce di quello che doveva essere quel posto che nonostante tutto ha il suo fascino, e visto che si parlava di street, la location si sposava a davvero bene. Mi dava proprio l'idea di un posto simile a qualche zona un po’ povera o dismessa e quindi siamo andati a girarlo proprio li.
Continua, vai alla seconda parte dell’intervista nella pagina di FRE.
Come sei arrivato alla Trap?
La trap è una delle tante sfaccettature della musica HH, semplicemente dagli Usa è arrivata in Europa e mi piaceva molto il sound sembrava nelle mie corde e ho deciso di fare delle produzioni e dei Brani Trap. Non sono Trapper Puro ma piuttosto un DIVERSAMENTE RAPPER perché sperimento molto anche nelle produzioni, quindi come realizzo un brano trap, ne posso fare una con un sound EDM o Dance .
Che direzione sta prendendo la Trap italiana?
Il mercato parla chiaro sta andando molto molto bene, è il genere più ascoltato dai giovani ma a farla bene sono davvero pochi. Quando un genere entra nella moda viene un po’ replicata da tutti quindi è sempre più ascoltata.
Gomorrista. Ci sembra un bel gioco di parole tra Gomorra e umorista. Cosa rivedi della tua sfida ai cantanti del momento in questo accostamento di termini?
In realtà non sfido nessuno, ma sicuramente sottolinea il fatto che questo oceano di Gansta Trap sono uno più finto dell'altro. Ci sono alcuni che palesemente fingono altri che davvero arrivano dalle popolari e raccontano storie di vita vera. Il GOMORRISTA è proprio quella persona che sulla scia della moda di GOMORRA diventa improvvisamente mafioso.
Nel pezzo Gomorrista si nota una certa rabbia, con chi ce l’hai veramente?
Bellissima domanda mi fa riflettere. Non sono arrabbiato, ma non ti nego che ho qualcosa dentro che vuole esplodere e devo farla esplodere ... diciamo cosi...
I primi versi del testo di Gomorrista sembrano una sorta di introduzione al tuo modo di pensare. Ti va di spiegarci cosa significano per te?
Certo, li mi sto riferendo al fatto che sento dire tante cose, che tutto fanno tutto ma poi vedo veramente poco. Insomma Fanno un po’ i Boss ma poi e solo nella loro testa. Alla fine quello che siamo realmente lo sappiamo dentro di noi.
Qual è la tua relazione con l’ambiente underground milanese, quello scelto per girare il video?
La location l'abbiamo scelta insieme con Daniele Russo il mio regista, è una stazione abbandonata dove il tempo a nascosto le tracce di quello che doveva essere quel posto che nonostante tutto ha il suo fascino, e visto che si parlava di street, la location si sposava a davvero bene. Mi dava proprio l'idea di un posto simile a qualche zona un po’ povera o dismessa e quindi siamo andati a girarlo proprio li.
Continua, vai alla seconda parte dell’intervista nella pagina di FRE.
Tag: trap italiana, gomorrista, veritá come un pugno, fai il boss
2023-08-30
Il Pancarre di Young Signorino è più buono del tuo
Il commento migliore che ho letto e che è fuori come un testicolo che sbuca dal costume da bagno. In realtà Young Signorino spacca. Dice di essere vecchio dentro, ha già vissuto 83, anni, è come Picasso nella serie dei tori, ma abbiamo visto solo la parte a destra, quella con i tori a stecchini. La parte virtuosa, quella delle parole e dei testi ben scritti, realista al punto di essere descrittiva e noiosa, quella ci manca.
I grandi del bel Trap si staranno sentendo sorpassati, le liriche molto esplicite, che poco lasciano all'interpretazione accademica, Young Signorino le ha superate, con la sua assenza lessicale ermetica che ci costringerà a dare un senso ai ricoveri in psichiatria come vacanze al mare. Ma sì, ci piace un sacco, i tatuaggi in faccia a caso, i pantaloni con il ginocchio rotto, anzi spezzato dalla rotula in giù, cita il vecchio con la maglietta "Spacco tibie e Peroni", e celebra il nuovo noise italiano.
Alla ciabatta su calzino bianco di Dolce Droga mi ha ammazzato. Ripresa dall'Einaudi di Una Mattina, se cerchi su Google trovi i riferimenti e il nome al pianista, sotto alla foto di Young Signorino, un glitch della macchina che tradisce il prossimo passo evolutivo della musica. E no, non ho passato la foto a Photoshop. Più concentrato sul vestiario variopinto e modernage, dimentico i testi che non fanno rima senza monosillabi intercalati. Questa è trance non è Trap, forse psichedelica. Mio Padre è Satana è invece una rivisitazione dell'inferno dantesco, i mocassini, segno indistinguibile del signorino di strada, come afferma Young Signorino in una recente intervista, sono di pelle umana, per ballare alla Disco Inferno di suo padre.
Di Canne&Pancarre ci piace il titolo. Secco, famigliare, un Mulino Bianco in pastiglia come tutti avremmo voluto, superati gli anni '80. Ma la musica di Ross, la sua musica, era anni luce avanti, Young Signorino raccoglie il testimone, un Vasco del millennio già vecchio. Franchino e Mario più. E giovane Lapo. Con un pigro gioco di parole, ben scelte e ripetute per tutto il pezzo, si affianca al più noto erede dell'azienda italiana per eccellenza prima di Barilla e Nutella, e sono convinto che l'abbia pronunciato tutte le volte quel mantra postmoderno "giovane Lapo uh-ehi". Se al concerto mette su un loop lo sparo con il pancarrè.
I grandi del bel Trap si staranno sentendo sorpassati, le liriche molto esplicite, che poco lasciano all'interpretazione accademica, Young Signorino le ha superate, con la sua assenza lessicale ermetica che ci costringerà a dare un senso ai ricoveri in psichiatria come vacanze al mare. Ma sì, ci piace un sacco, i tatuaggi in faccia a caso, i pantaloni con il ginocchio rotto, anzi spezzato dalla rotula in giù, cita il vecchio con la maglietta "Spacco tibie e Peroni", e celebra il nuovo noise italiano.
Alla ciabatta su calzino bianco di Dolce Droga mi ha ammazzato. Ripresa dall'Einaudi di Una Mattina, se cerchi su Google trovi i riferimenti e il nome al pianista, sotto alla foto di Young Signorino, un glitch della macchina che tradisce il prossimo passo evolutivo della musica. E no, non ho passato la foto a Photoshop. Più concentrato sul vestiario variopinto e modernage, dimentico i testi che non fanno rima senza monosillabi intercalati. Questa è trance non è Trap, forse psichedelica. Mio Padre è Satana è invece una rivisitazione dell'inferno dantesco, i mocassini, segno indistinguibile del signorino di strada, come afferma Young Signorino in una recente intervista, sono di pelle umana, per ballare alla Disco Inferno di suo padre.
Di Canne&Pancarre ci piace il titolo. Secco, famigliare, un Mulino Bianco in pastiglia come tutti avremmo voluto, superati gli anni '80. Ma la musica di Ross, la sua musica, era anni luce avanti, Young Signorino raccoglie il testimone, un Vasco del millennio già vecchio. Franchino e Mario più. E giovane Lapo. Con un pigro gioco di parole, ben scelte e ripetute per tutto il pezzo, si affianca al più noto erede dell'azienda italiana per eccellenza prima di Barilla e Nutella, e sono convinto che l'abbia pronunciato tutte le volte quel mantra postmoderno "giovane Lapo uh-ehi". Se al concerto mette su un loop lo sparo con il pancarrè.
Tag: Young Signorino, Trap italiana, mocassini, pancarre, dolce droga
2023-03-17
Staimusic intervista Vergo, un giovane trapper emergente
La trap italiana è sull’onda, i giovani hanno finalmente trovato un sistema facile per fare sentire la loro voce e noi siamo pronti ad ascoltarla. Incontriamo oggi Vergo
Cosa rappresenta per te la musica trap?
Sicuramente una giostra da cui non vorrei mai scendere.
A quali gruppi ti ispiri?
I primi riferimenti sono stati senz’altro i Muse, i Verdena e i Queen. Negli ultimi anni invece mi sono legato a progetti come Grimes, Phantogram, Sia, Sza, Empress of, Christine and the queens e Lady Gaga. Viva le donne insomma.
Di cosa parli nei tuoi testi?
Nei miei ultimi testi mi piace affrontare le fasi problematiche - e te pareva - della relazione, spalmate nella quotidianità. Ho tanti amici in crisi di coppia.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
I miei progetti gravitano attorno l’uscita del mio primo EP. Ho l’ansia every day every night ma sono positivo a riguardo. Ho altre situazioni in cantiere ma è troppo presto per parlarne. Sicuramente non aprirò un B&B.
Cosa sono esattamente i mash-up? Perchè riproporre vecchi sound con parole nuove?
Oggi il mash-up è oramai pratica diffusa per chi vuole farsi conoscere, soprattutto all’estero. Mi dispiace però che molti lo usino come semplice approccio virtuosistico. Per quanto mi riguarda, colgo questa opportunità per unire brani di artisti che stimo e trainarli verso una direzione sonora personale. Prendendo come esempio il mio mash-up su Fibra e Battisti, mi piace immaginare che ci sia un legame tra i brani che ho scelto, nonostante appartengano a periodi temporali distanti.
Dove vuoi arrivare a livello musicale?
Un giorno leggerò il mio nome nelle line up dei grandi festival. Con Photoshop nothing is impossible.
Sinceramente, cosa ne pensi del panorama musicale italiano?
Per fortuna oggi la musica italiana sta ampliando maggiormente i suoi gusti. Per uno che adora ascoltare un po’ di tutto la cosa non dispiace. Ammetto che per un periodo ho avvertito un certo effetto rallenty sulla nostra scena musicale. Probabilmente avevamo bisogno di più tempo per assorbire le playlist di Spotify.
Per ascoltare il pezzo di uscita Stavo pensando a te di Vergo andate sulla sua pagina personale.
Cosa rappresenta per te la musica trap?
Sicuramente una giostra da cui non vorrei mai scendere.
A quali gruppi ti ispiri?
I primi riferimenti sono stati senz’altro i Muse, i Verdena e i Queen. Negli ultimi anni invece mi sono legato a progetti come Grimes, Phantogram, Sia, Sza, Empress of, Christine and the queens e Lady Gaga. Viva le donne insomma.
Di cosa parli nei tuoi testi?
Nei miei ultimi testi mi piace affrontare le fasi problematiche - e te pareva - della relazione, spalmate nella quotidianità. Ho tanti amici in crisi di coppia.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
I miei progetti gravitano attorno l’uscita del mio primo EP. Ho l’ansia every day every night ma sono positivo a riguardo. Ho altre situazioni in cantiere ma è troppo presto per parlarne. Sicuramente non aprirò un B&B.
Cosa sono esattamente i mash-up? Perchè riproporre vecchi sound con parole nuove?
Oggi il mash-up è oramai pratica diffusa per chi vuole farsi conoscere, soprattutto all’estero. Mi dispiace però che molti lo usino come semplice approccio virtuosistico. Per quanto mi riguarda, colgo questa opportunità per unire brani di artisti che stimo e trainarli verso una direzione sonora personale. Prendendo come esempio il mio mash-up su Fibra e Battisti, mi piace immaginare che ci sia un legame tra i brani che ho scelto, nonostante appartengano a periodi temporali distanti.
Dove vuoi arrivare a livello musicale?
Un giorno leggerò il mio nome nelle line up dei grandi festival. Con Photoshop nothing is impossible.
Sinceramente, cosa ne pensi del panorama musicale italiano?
Per fortuna oggi la musica italiana sta ampliando maggiormente i suoi gusti. Per uno che adora ascoltare un po’ di tutto la cosa non dispiace. Ammetto che per un periodo ho avvertito un certo effetto rallenty sulla nostra scena musicale. Probabilmente avevamo bisogno di più tempo per assorbire le playlist di Spotify.
Per ascoltare il pezzo di uscita Stavo pensando a te di Vergo andate sulla sua pagina personale.
Tag: trapitaliana, ggiovani, artistaemergente, mash-up
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