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Musica Sarda

Sardegna, circondata dal mare turchese e isolata dal vento rupestre. É una splendida terra di orgogliosi artisti e di sinceri combattenti. Quando sbarchi ti innamori, tu ami lei, la Sardegna ama te, é un amore reciproco che doma la selvaggia terra e i rocosi rilievi. E finalmente, una dolce e aspra musica riecheggia, un folk rock popolare denso di creativitá affascinante, pieno di sonoritá che non vorrai piú abbandonare. La musica sarda é una musica di profonda tradizione e di estrema profondità, ci racconta di una terra brulla, dura, difficile da vivere, ma con un cuore grande e una bellezza particolare propri di una regione forte e isolata quanto basta per avere caratteristiche uniche. In questa playlist trovere i migliori artisti di musica sarda.

Scopri la meravigliosa Musica Sarda
La Sardegna è nota per molte cose, tra cui la sua magnifica cultura, la sua storia affascinante e la sua cucina deliziosa, ma pochi conoscono la bellezza della Musica Sarda. Questo genere musicale unico ha una lunga storia che risale a secoli fa, ed è amato da molti in tutto il mondo. In questo post, ti guiderò alla scoperta della Musica Sarda, condividendo con te alcune informazioni sulla biografia, sul genere musicale, sulle migliori canzoni e alcune critiche.
La Musica Sarda è un genere musicale unico nel suo genere, con una lunga e ricca storia. Risale ai tempi antichi, quando la Sardegna era governata dalle tribù indigene e, di conseguenza, ha influenze diverse, come la musica araba, spagnola e italiana. La Musica Sarda ha molti sottogeneri, tra cui il Canto a Tenore, che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Questo sottogenere è noto per il suo suono a quattro voci, che si arricchisce di uno stile di canto unico.
Tra le personalità che hanno reso famosa la Musica Sarda c'è Maria Carta, una delle più grandi voci sardine. Nata a Siligo, un piccolo villaggio ubicato nella regione di Sassari, Maria Carta ha scritto alcune delle migliori canzoni della Musica Sarda. La sua voce unica e le sue canzoni commoventi hanno conquistato i cuori di molti appassionati di musica in tutto il mondo.
Un altro grande nome della Musica Sarda è Elena Ledda, una cantante originaria di Nuoro, che ha vinto numerosi premi per la sua musica incredibile. Ledda ha prodotto molte canzoni memorabili, tra cui Sos Annunciantes, una delle migliori canzoni nella storia della Musica Sarda. Questa canzone è stata scritta nel 1600 e il testo è tratto dall'episodio biblico dell'Annunciazione.
Molti appassionati di Musica Sarda pensano che la musica tradizionale sia sottovalutata, e che non riceva la giusta visibilità. Alcuni dicono che la Musica Sarda è stata dimenticata dai media e dalle grandi case discografiche, e che questo è un peccato perché la musica merita di essere ascoltata e condivisa con il mondo intero.
Nonostante queste critiche, sono molte le canzoni che hanno fatto la storia della Musica Sarda. Tra queste, c'è Cantu a Ballu di Francesco Ignazio Mannu, una delle canzoni più famose del genere. Questa canzone ha un ritmo folcloristico, con un'armonia di strumenti come la chitarra, la fisarmonica e il launeddas. Un'altra canzone iconica è T'appartengo, di Paolo Fresu e Anna Antonini. Questa canzone è stata cantata in sardo e in italiano ed è stata scritta per celebrare la bellezza della Sardegna.
La Musica Sarda è un genere musicale meraviglioso, che ha una lunga e ricca storia. Con la sua vasta gamma di sottogeneri e di grandi artisti come Maria Carta ed Elena Ledda, la Musica Sarda è amata da molti in tutto il mondo. Spero che questo post ti abbia dato una maggiore comprensione di questo genere musicale unico ed esotico, e ti abbia fatto apprezzare ancora di più la bellezza della Musica Sarda.

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2023-09-03

Sardi, popolo di artisti e guerrieri.

Quando penso alla Sardegna penso non solo alla terra in cui sono nata a cresciuta, penso ad un’isola in cui la realtà si fonde col mito, ad un mondo dove alle storie degli antichi pastori si mescolano quelle delle janas, le fate filatrici che ancora oggi dimorano in segretissime grotte.
C’è chi pensa che la vecchia Atlantide non sia una leggenda e che i guerrieri shardana, possenti e invincibili guardiani del faraone, fossero originari proprio della terra dei nuraghi di cui quel vecchio luogo comune narra che ci vivano gli uomini più bassi e pelosi di tutto il pianeta.
Parlo della mia terra e penso alla musica, rigida e severa del folklore, penso alle maschere dei mamuthones usate nel passato come difesa dallo straniero e come sinonimo di diffidenza da un mondo esterno infimo e oscuro.
Ancora oggi la musica è espressione fiera del mio popolo che ama con veemenza una terra non sempre benevola e fruttuosa.
Nel corso degli anni sono sbocciati nella scena musicale sarda gruppi di grande talento, tra i tanti, cito ad esempio i Tamurita, autentici esponenti dell’orgoglio musicale sardo in continente. Con il loro mix patchanka d’influenza tribale e i loro testi che invocano la madre terra, si scontrano con la tematica mai morta dell’uomo moderno e della sua brama di potere ad ogni costo, come narrato nel brano Note di Luce: una terra arida e che ha sete, orfana e ferita che chiede aiuto e protezione ai suoi figli.
I Golaseca con il loro etno-rock fiabesco, ci riportano ad una dimensione festosa tipica delle sagre di paese con la loro canzone pub agricolo ma i cui testi sono un vero e proprio urlo che parte dal più profondo Sulcis fino ad arrivare dritto alle orecchie di un Sud unito. L’immagine simbolica sfoggia fiera la bandiera dei quattro mori, leitmotiv impeccabile dei loro video e concerti, come anche la maschera che ricorda quella de Su Boe o l’elmetto da minatore a rammentare che parte di loro proviene dal movimento di protesta dell’ALCOA di Portovesme.
Orgoglio tutto cagliaritano quello de I Padrini, i Guns’n Roses di Cagliari come amano definirsi in una delle loro canzoni. Il loro è uno slang tipico del capoluogo sardo, divertente e autoirònico ma mai pesante nel loro punk-rock tutto di sobborgo. I temi raccontano una città che cela storie di bizzarri personaggi e strampalate vicissitudini tramandate tra i banchi del liceo Pacinotti. Anche loro non trascurano temi sociali, criticando con un briciolo di nostalgia ma senza perdere il sense of humor, il ripascimento della spiaggia del Poetto, vero e proprio scempio paesaggistico da parte di menti locali poco lungimiranti. Col nuovo disco Lo Show dei Demoni si stanno facendo conoscere anche fuori dallo scenario isolano mantenendo la loro genuina impronta autoctona.
L’orgoglio, spesso confuso con testardaggine e chiusura, è piuttosto la manifestazione di un popolo con una grande dignità ma, al tempo stesso, consapevole dei propri problemi, un popolo che ha voglia di farsi sentire e di crescere nelle proprie tradizioni. Senza barriere, in un linguaggio che è universale.
Tag: sardegna, folkrock, worldmusic, tradizioni, terraorgogliosa

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