Rock revelation
Apri gli occhi e ammira il panorama della nuova musica rock. La conosci da tempo, tutto quello che hai ascoltato nelle tue vecchie radio ne è stato influenzato senza scampo. Un genere immortale che compone playlist sfrenate e senza rivali. Il rock può solo competere con se stesso, inventarsi ed elaborare tutto quello che ha già scritto e suonato. La sperimentazione non finisce mai, e la nuova musica cresce sulle ceneri della sua storia. In questo canale di musica rock scopri nuove band emergenti che danzano nel rituale sul palcoscenico e muovono il pubblico al ritmo incalzante del rock immortale.
Rock Revelation: La Band che ha lanciato il Rock degli anni '80
Il Rock degli anni '80 deve molto al contributo di band come Rock Revelation, che hanno dettato le regole di questo genere musicale, piuttosto innovativo per l'epoca. La loro musica è stata ispirata dal Rock classico di gruppi come AC/DC e Van Halen, che hanno lasciato un segno tangibile nella loro produzione musicale. In questo post, parleremo della biografia della band, del loro genere musicale, delle migliori canzoni di Rock Revelation e faremo una piccola critica sulla loro produzione.
La band è stata fondata nel 1981 a Los Angeles da quattro ragazzi molto talentuosi, Jeff Morgan (voce e chitarra ritmica), Nick Jacobs (chitarra solista), Tommy Lawrence (basso) e Dave Smith (batteria). Il loro primo album, Rock Revelation, è stato prodotto nel 1983 e ha subito riscosso un grande successo, grazie a pezzi come Thunder Road e Rock and Roll Forever. In seguito, hanno pubblicato altri album, diventando una vera e propria icona del Rock degli anni '80. Purtroppo, la band si è sciolta nel 1991, ma ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del Rock.
Il genere musicale di Rock Revelation è un mix di Hard Rock e Heavy Metal, con influenze del Punk e del Blues. La loro musica è caratterizzata da un ritmo incalzante, chitarre potenti e una voce graffiante. Nel loro repertorio, c'è spazio anche per ballate e canzoni più melodiche, come Angel Eyes o Take My Breath Away, ma la loro forza è senza dubbio l'energia espressa nei brani più rock, come Shout It Loud o Rebel Yell.
Tra le migliori canzoni di Rock Revelation, non possiamo non citare Thunder Road, il pezzo più conosciuto della band, caratterizzato da un riff di chitarra incisivo e un ritornello orecchiabile. Shout It Loud è un altro pezzo famoso, con un'introduzione di batteria che dà il via a un brano dall'energia inesauribile. Rebel Yell, invece, è un pezzo più melodico, ma sempre potente e coinvolgente.
Sebbene Rock Revelation sia stata una delle band più rappresentative del Rock degli anni '80, la loro produzione non è stata esente da critiche. Alcuni hanno accusato la band di essere troppo derivativa da gruppi come Van Halen o AC/DC, ma di fatto lo stesso si può dire di molte altre band del periodo. Inoltre, alcuni critici musicali hanno notato una certa ripetitività nella loro produzione, che talvolta poteva risultare un po' monotona.
In definitiva, Rock Revelation è stata una delle band più importanti nella storia del Rock degli anni '80, grazie alla loro musica potente e coinvolgente, che ha influenzato molte altre band del periodo. Nonostante qualche critica, ci vorrà ancora molto tempo per dimenticare la loro musica, che ha fatto la storia. Se ancora non conosci questa band, non esitare a dare un ascolto alla loro produzione: ti garantiamo che non te ne pentirai!
Rock Revelation: La Band che ha lanciato il Rock degli anni '80
Il Rock degli anni '80 deve molto al contributo di band come Rock Revelation, che hanno dettato le regole di questo genere musicale, piuttosto innovativo per l'epoca. La loro musica è stata ispirata dal Rock classico di gruppi come AC/DC e Van Halen, che hanno lasciato un segno tangibile nella loro produzione musicale. In questo post, parleremo della biografia della band, del loro genere musicale, delle migliori canzoni di Rock Revelation e faremo una piccola critica sulla loro produzione.
La band è stata fondata nel 1981 a Los Angeles da quattro ragazzi molto talentuosi, Jeff Morgan (voce e chitarra ritmica), Nick Jacobs (chitarra solista), Tommy Lawrence (basso) e Dave Smith (batteria). Il loro primo album, Rock Revelation, è stato prodotto nel 1983 e ha subito riscosso un grande successo, grazie a pezzi come Thunder Road e Rock and Roll Forever. In seguito, hanno pubblicato altri album, diventando una vera e propria icona del Rock degli anni '80. Purtroppo, la band si è sciolta nel 1991, ma ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del Rock.
Il genere musicale di Rock Revelation è un mix di Hard Rock e Heavy Metal, con influenze del Punk e del Blues. La loro musica è caratterizzata da un ritmo incalzante, chitarre potenti e una voce graffiante. Nel loro repertorio, c'è spazio anche per ballate e canzoni più melodiche, come Angel Eyes o Take My Breath Away, ma la loro forza è senza dubbio l'energia espressa nei brani più rock, come Shout It Loud o Rebel Yell.
Tra le migliori canzoni di Rock Revelation, non possiamo non citare Thunder Road, il pezzo più conosciuto della band, caratterizzato da un riff di chitarra incisivo e un ritornello orecchiabile. Shout It Loud è un altro pezzo famoso, con un'introduzione di batteria che dà il via a un brano dall'energia inesauribile. Rebel Yell, invece, è un pezzo più melodico, ma sempre potente e coinvolgente.
Sebbene Rock Revelation sia stata una delle band più rappresentative del Rock degli anni '80, la loro produzione non è stata esente da critiche. Alcuni hanno accusato la band di essere troppo derivativa da gruppi come Van Halen o AC/DC, ma di fatto lo stesso si può dire di molte altre band del periodo. Inoltre, alcuni critici musicali hanno notato una certa ripetitività nella loro produzione, che talvolta poteva risultare un po' monotona.
In definitiva, Rock Revelation è stata una delle band più importanti nella storia del Rock degli anni '80, grazie alla loro musica potente e coinvolgente, che ha influenzato molte altre band del periodo. Nonostante qualche critica, ci vorrà ancora molto tempo per dimenticare la loro musica, che ha fatto la storia. Se ancora non conosci questa band, non esitare a dare un ascolto alla loro produzione: ti garantiamo che non te ne pentirai!
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2024-05-06
Piú calci in faccia ai gruppi emergenti!
Siamo in un periodo dove si può produrre musica a basso prezzo, questo è un gran bene, più persone e più artisti possono creare canzoni e renderci partecipi della loro arte. Molto meraviglioso. Dall'altra parte però gli agenti e i servizi in streaming musicali non hanno aumentato la qualitá minima di accesso, pubblicano e danno spazio a qualsiasi pezzo in quanto aumenta il loro potere e la loro visibilità. È un gioco sporco che danneggia tutti, artisti e ascoltatori. Ma loro se ne sbattono, basta fare soldi.
Nel 1996 i Lighthouse Family si presentaro alle etichette con un pezzo registrato su un nastro. Gli venne data una possibilità dalla Polydor che richiese altri pezzi. Dopo aver presentato le prime canzoni, che la band pensava fossero bombe, ricevettero un vero e proprio calcio in bocca da Lucian Grainge che gli diede un vero e proprio ultimatum. Lifted fu scritta grazie a quella sberla e da li inizio la storia della band.
Vogliamo piú sprangate sui denti, piú critica, piú potere di scelta. La qualità della musica si sta impoverendo e si sta abbassando, grandi artisti e bravi gruppi musicali vengono abbinati senza criterio a cantanti e band che magari hanno tanti follower e poco valore. Vogliamo che ci aiutino nell’ascolto selezionando i pezzi migliori, bombe sonore. I gruppi rock emergenti devono essere selezionati con precisione e profondità, dovremmo fargli questo favore.
Nel 1996 i Lighthouse Family si presentaro alle etichette con un pezzo registrato su un nastro. Gli venne data una possibilità dalla Polydor che richiese altri pezzi. Dopo aver presentato le prime canzoni, che la band pensava fossero bombe, ricevettero un vero e proprio calcio in bocca da Lucian Grainge che gli diede un vero e proprio ultimatum. Lifted fu scritta grazie a quella sberla e da li inizio la storia della band.
Vogliamo piú sprangate sui denti, piú critica, piú potere di scelta. La qualità della musica si sta impoverendo e si sta abbassando, grandi artisti e bravi gruppi musicali vengono abbinati senza criterio a cantanti e band che magari hanno tanti follower e poco valore. Vogliamo che ci aiutino nell’ascolto selezionando i pezzi migliori, bombe sonore. I gruppi rock emergenti devono essere selezionati con precisione e profondità, dovremmo fargli questo favore.
Tag: gruppi rock emergenti, porte chiuse, opportunità, lighthouse family, polydor
2023-11-30
I The Ferrets, una band punk rock emergente.
Ciao ragazzi e benvenuti su Staimusic.
Abbiamo notato da subito la vostra nuova vena politica nei brani. Cosa vi ha spinto a trattare temi sociali e politici? A cosa è dovuto questo cambiamento di rotta rispetto al precedente album “Another Planet”?
Diciamo che eravamo stanchi di continuare a parlare di quanto sia triste che la mia ex mi abbia la-sciato o di quanto mi sono innamorato della ragazza vista in spiaggia l’estate prima. Ci siamo guardati attorno, abbiamo deciso che era un momento giusto per dire la nostra, che era-vamo circondati da un mondo completamente sbagliato pieno di odio e discriminazioni, privazione di libertà e senza futuro. E parla proprio di questo, nell’entrare in un mondo di adulti fatto composto da regole sbagliate, re-sponsabilità e scelte forzate
Cosa volete comunicare col vostro nuovo singolo “Sad Sick World”, qual è il vo-stro principale scopo?
Sick Sad World è un pezzo che parla di diritti umani, di come nonostante tutto difendiamo ancora le nostre scelte, i nostri ideali, il nostro modo di essere senza discriminazioni, odio e privazione di liber-tà. É un messaggio per dire ‘hey non siete soli a battervi per queste cause, ci siamo anche noi’ e la musica è un ottimo modo per diffondere un messaggio.
Abbiamo visto che nel video avete inserito tanti ragazzi di culture differenti, com’è stato collaborare con loro?
Alex: è stata un esperienza emozionante, ho girato io le riprese e sono andato in lungo e in largo per incontrare persone totalmente differenti, con stili di vita differenti che erano lì tutti per una sola cau-sa: eguaglianza Siamo tutti esseri umani, a prescindere dal colore, orientamento, cultura e nazionalità. É stato bello conoscerli, parlarci e condividere pensieri, scoprire realtà che prima non conoscevo o non avevo modo di vedere da vicino, non li ringrazierò mai abbastanza.
Parlando sia di musica che di testo, quali sono le vostre maggiori influenze musicali e perché pro-prio loro (le band nominate)?
Principalmente partiamo dai Ramones ai Screeching weasel, dai MxPx ai Green day che sono tutte band della nostra adolescenza, dai Nofx agli Anti Flag, Bad Religion.. insomma, tutti gruppi che in un modo o nell’altro con la loro musica e i loro temi ci hanno influenzato parecchio, sopratutto nell’ultimo periodo.
Ascolta i The Ferrets.
Abbiamo notato da subito la vostra nuova vena politica nei brani. Cosa vi ha spinto a trattare temi sociali e politici? A cosa è dovuto questo cambiamento di rotta rispetto al precedente album “Another Planet”?
Diciamo che eravamo stanchi di continuare a parlare di quanto sia triste che la mia ex mi abbia la-sciato o di quanto mi sono innamorato della ragazza vista in spiaggia l’estate prima. Ci siamo guardati attorno, abbiamo deciso che era un momento giusto per dire la nostra, che era-vamo circondati da un mondo completamente sbagliato pieno di odio e discriminazioni, privazione di libertà e senza futuro. E parla proprio di questo, nell’entrare in un mondo di adulti fatto composto da regole sbagliate, re-sponsabilità e scelte forzate
Cosa volete comunicare col vostro nuovo singolo “Sad Sick World”, qual è il vo-stro principale scopo?
Sick Sad World è un pezzo che parla di diritti umani, di come nonostante tutto difendiamo ancora le nostre scelte, i nostri ideali, il nostro modo di essere senza discriminazioni, odio e privazione di liber-tà. É un messaggio per dire ‘hey non siete soli a battervi per queste cause, ci siamo anche noi’ e la musica è un ottimo modo per diffondere un messaggio.
Abbiamo visto che nel video avete inserito tanti ragazzi di culture differenti, com’è stato collaborare con loro?
Alex: è stata un esperienza emozionante, ho girato io le riprese e sono andato in lungo e in largo per incontrare persone totalmente differenti, con stili di vita differenti che erano lì tutti per una sola cau-sa: eguaglianza Siamo tutti esseri umani, a prescindere dal colore, orientamento, cultura e nazionalità. É stato bello conoscerli, parlarci e condividere pensieri, scoprire realtà che prima non conoscevo o non avevo modo di vedere da vicino, non li ringrazierò mai abbastanza.
Parlando sia di musica che di testo, quali sono le vostre maggiori influenze musicali e perché pro-prio loro (le band nominate)?
Principalmente partiamo dai Ramones ai Screeching weasel, dai MxPx ai Green day che sono tutte band della nostra adolescenza, dai Nofx agli Anti Flag, Bad Religion.. insomma, tutti gruppi che in un modo o nell’altro con la loro musica e i loro temi ci hanno influenzato parecchio, sopratutto nell’ultimo periodo.
Ascolta i The Ferrets.
Tag: band emergente, nuovo rock, punk rock, the ferrets, green day
2023-07-05
Nuova musica rock, gli Oblomov.
Gli Oblomov, un duo russo-bolognese, un collettivo di artista, belle grafiche, interessanti sonoritá, nuovo rock alternativo-progressivo, atmosfere particolari, lunari, scelte difficili che nascondono immaginazione e studio. Li intervistiamo.
Non siete solo un duo, ma sembrate un artista collettivo che si esprime con l’etichetta di Oblomov. Su quali idee si basa lo spazio sonoro che create?
Hai proprio ragione, pur essendo di base un duo ci piace coinvolgere altri artisti, spaziando in ambiti che vanno anche oltre la musica. E' un'immersione in un brodo primordiale di suggestioni, e ci facciamo trasportare dalla corrente, fin quando una qualche creatura, anche amorfa, non risale in superficie. Siamo i primi a volere restare stupiti di fronte al risultato, spiazzati ed avvolti da ambienti sonori.
-Quanta importanza riveste il momento della performance live nella vostra arte?
Ci siamo resi conto che fare arte è come vivere in una stanza con sole tre pareti; la quarta, invisibile o trasparente, si affaccia sul mondo. Così possiamo guardare fuori, ma anche dentro noi stessi, attraverso chi ci osserva. E il fatto di essere osservati non cambia l'essenza delle cose: arte e libri, ma anche televisione e cibo spazzatura, senza filtri o ansie di non essere pettinati nel modo giusto.
-La Oneiric Productions viene definita quasi una factory; come vi sentite a collaborare con una realtà di questo tipo?
Una realtà di questo tipo è già attiva da anni a San Pietroburgo, una factory che ruota intorno a figure come il batterista/scultore Maxim Ilizarov, il chitarrista/hacker Nikolaj Monakho e la p.r. e manager Olga Sergeevna. Organizzano mostre e house concert, promuovendo nuovi artisti. Giramondo che, passando da Bologna, hanno contribuito a mettere in piedi la Oneiric. Nel caso di Maxim, lo abbiamo avuto ospite nel nostro nuovo studio per la registrazione delle batterie di "Emotional Garbage", mentre Nikolaj è stato fondamentale nella progettazione degli spazi della Oneiric Productions. Prossimamente ospiteremo il fotografo rumeno Ovidiu Ciurar, quello di "Questo era di bambino", vediamo cosa salterà fuori.
-Paura e dolore procrastinati, il tempo non ci cambia e gli dei ci abbandonano, il linguaggio ci tradisce con la sua inutilità, prendiamo sostanze che lasceranno una nuova epoca di ragione dopo essere diventati qualcosa e nessuno, e da fuori, come un regista alieno al contesto, vedete i rimasugli di spazzatura emotiva e schiava, che scompaiono nascosti da un lavoro di editing. Cosa vi ha reso saggi e tristi?
Potremmo compilare un lungo elenco di motivi, dalle radiazioni cosmiche alla difficile situazione sociopolitica del medioriente, dall'estinzione dei mammuth alla mancata estinzione dei tronisti. Ma la risposta è in quel che propina la tv , una scadente ma realistica finestra sul mondo. O ti rincoglionisce o ti rende saggio e triste. Forse e sottolineamo fose, a noi è toccata la seconda ipotesi.
-Come è iniziata la vostra collaborazione artistica con Alessandro Sicioldr, l’artista che ha curato la parte grafica del vostro album-quadro?
Abbiamo avuto la fortuna di collaborare con il maestro Adriano Fida e, attraverso di lui, di essere entrati in contatto con il movimento dei neo-immaginisti. L'arte di Sicioldr ci ha ammaliati, profondissima nel tentativo di sondare il mistero della vita e dei sogni che tutto avvolgono. Crediamo molto nella fusione tra arti, tra punti di vista differenti ma convergenti, e l'immaginario di Sicioldr ci è sembrato perfetto per cristallizzare la nostra musica.
-Quali sono gli errori di cui abbiamo bisogno?
Quegli errori che ti fanno smarrire la strada battuta, per scoprirne una nuova. Alcuni errori sono tali solo se confrontati con assurde convenzioni sociali, altri invece donano nuove consapevolezza. Molte grandi cose sono nate da errori, dai raggi X al gorgonzola. Ci sono cose che puoi trovare solo quando sbagli. E le vite sbagliate sono quelle più interessanti.
-Con Adora et Labora avete apertamente scoperto il vostro lato surrealista, sia nei testi, sia nella composizione. In che modo l’arte contemporanea, e la mortale noia della storia contemporanea, vi hanno influenzati?
Siamo in un'epoca in cui l'arte è ciò che decide l'artista. Quella che era nata come grande provocazione intellettuale da Duchamp è ormai diventata consuetudine, rendendo difficile orientarsi nell'arte contemporanea. Noi ci affidiamo alle emozioni, e la noia è certamente una delle più potenti. Si può provare stupore di fronte ad un accadimento, ma anche di fronte ad un'inspiegabile inedia. La storia contemporanea è quella che ci è toccata vivere e commentare, tempi surreali velati da un sottile strato traslucido di abitudine.
-Nella scelta delle sonorità ricordate molto i Soen: è un gruppo che conoscete e che ascoltate?
I Soen sono una recente scoperta, uno di quei gruppi che riesce ad andare oltre il concetto di genere musicale per creare musica semplicemente bella. Musica di cui c'è bisogno.
-Qual è la vostra visione della società? Siamo tutti schiavi del sistema e, anche se consapevoli, non possiamo uscirne?
Noi abbiamo trovato la via d'uscita, essere pagati (poco)dal kgb e nel tempo libero dedicarci alla musica. Anche se questo significa essere parte del sistema di cui parli, troviamo che, in fondo, sia meglio essere la coda di un mostro che la testa di una gallina.
-Siete uno dei pochi gruppi che finalmente danno profondità alla loro musica, apportando sia arte sia musica fruibile e profonda. Da quali discipline vi lasciate contaminare?
Difficile dirlo consciamente. Tutto ci influenza, anche se non c'è alcuna premeditazione. Il fatto che, ad esempio, possediamo la più ampia collezione di libri non scritti al mondo, non implica che la nostra musica sia influenzata dall'ignoranza, ma alla fine ci ritroviamo pieni di pagine da scrivere.
-Come è nato il video di Mortally Boring Contemporary History?
L'infinito piano sequenza del nostro conterraneo Sokurov, nell'incredibile "arca russa", è in assoluto una delle cose più belle del cinema. Una sublime fusione tra l'immobilismo del potere e il vivace dinamismo di chi osserva il disfacimento. Dalla visione di Sokurov traspare una noia solo apparente, fuori dalle porte accadono cose. Agli occhi dei posteri questi tempi non appariranno noiosi, ma lo sono per noi, chiusi dentro con le finestre oscurate.
-Quali sono i vostri progetti futuri?
Anche se molto dipende dal reddito di cittadinanza ci sarà un nuovo album e, a breve, una collaborazione a teatro con lo scrittore e giornalista Mario Gazzola sulla scia del libro "Fantarock" che ha scritto insieme ad Ernesto Assante. Una nostra versione,in collaborazione con un tenore, di "Who wants to live forever" dei Queen, farà parte di una compilation ispirata al libro. Sentirete
Per ascoltare la band ándate nella loro pagnia, Oblomov.
Non siete solo un duo, ma sembrate un artista collettivo che si esprime con l’etichetta di Oblomov. Su quali idee si basa lo spazio sonoro che create?
Hai proprio ragione, pur essendo di base un duo ci piace coinvolgere altri artisti, spaziando in ambiti che vanno anche oltre la musica. E' un'immersione in un brodo primordiale di suggestioni, e ci facciamo trasportare dalla corrente, fin quando una qualche creatura, anche amorfa, non risale in superficie. Siamo i primi a volere restare stupiti di fronte al risultato, spiazzati ed avvolti da ambienti sonori.
-Quanta importanza riveste il momento della performance live nella vostra arte?
Ci siamo resi conto che fare arte è come vivere in una stanza con sole tre pareti; la quarta, invisibile o trasparente, si affaccia sul mondo. Così possiamo guardare fuori, ma anche dentro noi stessi, attraverso chi ci osserva. E il fatto di essere osservati non cambia l'essenza delle cose: arte e libri, ma anche televisione e cibo spazzatura, senza filtri o ansie di non essere pettinati nel modo giusto.
-La Oneiric Productions viene definita quasi una factory; come vi sentite a collaborare con una realtà di questo tipo?
Una realtà di questo tipo è già attiva da anni a San Pietroburgo, una factory che ruota intorno a figure come il batterista/scultore Maxim Ilizarov, il chitarrista/hacker Nikolaj Monakho e la p.r. e manager Olga Sergeevna. Organizzano mostre e house concert, promuovendo nuovi artisti. Giramondo che, passando da Bologna, hanno contribuito a mettere in piedi la Oneiric. Nel caso di Maxim, lo abbiamo avuto ospite nel nostro nuovo studio per la registrazione delle batterie di "Emotional Garbage", mentre Nikolaj è stato fondamentale nella progettazione degli spazi della Oneiric Productions. Prossimamente ospiteremo il fotografo rumeno Ovidiu Ciurar, quello di "Questo era di bambino", vediamo cosa salterà fuori.
-Paura e dolore procrastinati, il tempo non ci cambia e gli dei ci abbandonano, il linguaggio ci tradisce con la sua inutilità, prendiamo sostanze che lasceranno una nuova epoca di ragione dopo essere diventati qualcosa e nessuno, e da fuori, come un regista alieno al contesto, vedete i rimasugli di spazzatura emotiva e schiava, che scompaiono nascosti da un lavoro di editing. Cosa vi ha reso saggi e tristi?
Potremmo compilare un lungo elenco di motivi, dalle radiazioni cosmiche alla difficile situazione sociopolitica del medioriente, dall'estinzione dei mammuth alla mancata estinzione dei tronisti. Ma la risposta è in quel che propina la tv , una scadente ma realistica finestra sul mondo. O ti rincoglionisce o ti rende saggio e triste. Forse e sottolineamo fose, a noi è toccata la seconda ipotesi.
-Come è iniziata la vostra collaborazione artistica con Alessandro Sicioldr, l’artista che ha curato la parte grafica del vostro album-quadro?
Abbiamo avuto la fortuna di collaborare con il maestro Adriano Fida e, attraverso di lui, di essere entrati in contatto con il movimento dei neo-immaginisti. L'arte di Sicioldr ci ha ammaliati, profondissima nel tentativo di sondare il mistero della vita e dei sogni che tutto avvolgono. Crediamo molto nella fusione tra arti, tra punti di vista differenti ma convergenti, e l'immaginario di Sicioldr ci è sembrato perfetto per cristallizzare la nostra musica.
-Quali sono gli errori di cui abbiamo bisogno?
Quegli errori che ti fanno smarrire la strada battuta, per scoprirne una nuova. Alcuni errori sono tali solo se confrontati con assurde convenzioni sociali, altri invece donano nuove consapevolezza. Molte grandi cose sono nate da errori, dai raggi X al gorgonzola. Ci sono cose che puoi trovare solo quando sbagli. E le vite sbagliate sono quelle più interessanti.
-Con Adora et Labora avete apertamente scoperto il vostro lato surrealista, sia nei testi, sia nella composizione. In che modo l’arte contemporanea, e la mortale noia della storia contemporanea, vi hanno influenzati?
Siamo in un'epoca in cui l'arte è ciò che decide l'artista. Quella che era nata come grande provocazione intellettuale da Duchamp è ormai diventata consuetudine, rendendo difficile orientarsi nell'arte contemporanea. Noi ci affidiamo alle emozioni, e la noia è certamente una delle più potenti. Si può provare stupore di fronte ad un accadimento, ma anche di fronte ad un'inspiegabile inedia. La storia contemporanea è quella che ci è toccata vivere e commentare, tempi surreali velati da un sottile strato traslucido di abitudine.
-Nella scelta delle sonorità ricordate molto i Soen: è un gruppo che conoscete e che ascoltate?
I Soen sono una recente scoperta, uno di quei gruppi che riesce ad andare oltre il concetto di genere musicale per creare musica semplicemente bella. Musica di cui c'è bisogno.
-Qual è la vostra visione della società? Siamo tutti schiavi del sistema e, anche se consapevoli, non possiamo uscirne?
Noi abbiamo trovato la via d'uscita, essere pagati (poco)dal kgb e nel tempo libero dedicarci alla musica. Anche se questo significa essere parte del sistema di cui parli, troviamo che, in fondo, sia meglio essere la coda di un mostro che la testa di una gallina.
-Siete uno dei pochi gruppi che finalmente danno profondità alla loro musica, apportando sia arte sia musica fruibile e profonda. Da quali discipline vi lasciate contaminare?
Difficile dirlo consciamente. Tutto ci influenza, anche se non c'è alcuna premeditazione. Il fatto che, ad esempio, possediamo la più ampia collezione di libri non scritti al mondo, non implica che la nostra musica sia influenzata dall'ignoranza, ma alla fine ci ritroviamo pieni di pagine da scrivere.
-Come è nato il video di Mortally Boring Contemporary History?
L'infinito piano sequenza del nostro conterraneo Sokurov, nell'incredibile "arca russa", è in assoluto una delle cose più belle del cinema. Una sublime fusione tra l'immobilismo del potere e il vivace dinamismo di chi osserva il disfacimento. Dalla visione di Sokurov traspare una noia solo apparente, fuori dalle porte accadono cose. Agli occhi dei posteri questi tempi non appariranno noiosi, ma lo sono per noi, chiusi dentro con le finestre oscurate.
-Quali sono i vostri progetti futuri?
Anche se molto dipende dal reddito di cittadinanza ci sarà un nuovo album e, a breve, una collaborazione a teatro con lo scrittore e giornalista Mario Gazzola sulla scia del libro "Fantarock" che ha scritto insieme ad Ernesto Assante. Una nostra versione,in collaborazione con un tenore, di "Who wants to live forever" dei Queen, farà parte di una compilation ispirata al libro. Sentirete
Per ascoltare la band ándate nella loro pagnia, Oblomov.
Tag: nuova musica rock, oblomov, rock progessivo, intervista, collettivo culturale
2023-03-30
Nuova musica rock: MPM Producer, la rinascita del nu metal
Nella nostra sezione di nuova musica rock, non possiamo non includere MPM, un singolo Reborn, appena uscito, che mostra carattere e possibilitá. In generale nel mondo musicale troviamo una ripresa del hip hop anni 90, per cui perché non aspettarsi una rinascita del un metal?
1. Benvenuto su Stai Music. Parlaci del tuo progetto musicale, chi è MPM?
Ciao! MPM è un terribile acronimo del mio periodo da produttore/compositore su commissione, ovvero Marco Porrà Music, nato solo alla fine di una militanza in una punk rock band durata dieci anni e di studi di musica d’avanguardia. L’ultimo anno, fatto di grosse novità lavorative, mi hanno spinto a ricominciare a creare musica per me stesso. Ecco la nascita dell’alter ego artistico My Poison’s Mark (i social erano già pronti con quel nome...qundi…!) Col nuovo progetto provo a sintetizzare tutte le esperienze musicali acquisite finora e a gestire l’esperienza a 360 gradi, dall’ideazione della musica, alla registrazione e al mixaggio.
2. “Reborn” è il titolo del tuo ultimo singolo. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso questo brano?
Reborn è fra tutte il singolo che maggiormente descrive la voglia di ripartire. Il tema del pezzo è che , volenti o nolenti, prima o poi le nostre ambizioni (che spesso convivono con le frustrazioni), tornano a galla. E quando succede, il fatto di (ri)affrontarle , porta inevitabilmente a una rinascita.
3. Come mai hai scelto di scrivere testi in lingua inglese?
Scrivo in inglese da sempre, anche ai tempi della band (i Wallcrush, per chi fosse curioso. Tra l’altro,appunto, esiste una sola canzone del quartetto in italiano). Non è facile rispondere. Mi è sempre parso che le canzoni italiane fossero ricche di retorica forzata, di un linguaggio che non sentivo come quello di tutti i giorni. Oltre a un discorso di semplicità della lingua, mi sembra essere un discorso di cultura. In gran parte delle canzoni inglesi e delle band che ascolto, mi sembra più facile trovare dei versi diretti e semplici. Quando fai rock , anche un pò spinto, è essenziale parlare senza troppi fronzoli. Ci sta la poesia, ma non bisogna eccedere secondo me. Ovviamente abbiamo frotte di eccellenti artisti italiani che dimostrano che si possa scrivere bene e semplicemente, ma li ho forse scoperti troppo tardi per fare dell’italiano la mia scrittura primaria. Però, da dieci anni a questa parte, ascolto molto rap italiano. Lì qualcosa è cambiato; quindi state in campana, magari in un immediato futuro potrete sentire anche un MPM Producer che si cimenta con l’italiano...
4. L’ultimo brano che hai pubblicato ha un sound molto particolare. A quali artisti ti ispiri durante la composizione della tua musica?
Come detto, ormai ho alle spalle esperienze molto diversificate con la musica. Di conseguenza, ciò che provo a fare, è creare uno stile personale , fatto di un mix dei generi che più mi sono trovato a esplorare durante il mio percorso. Se da una parte nasco col punk rock anni 2000, dall’altra sono rimasto affascinato dai nuovi trend elettronici e urban degli anni ‘10 (Dubstep, Trap, Hip Hop moderno e sample based music di sorta)...il connubio non è facile, ma qualcuno può pur sempre provarci, no?
5. Questo singolo anticipa l’uscita di un EP. Quali sono i temi che tratterai al suo interno?
Prevalentemente insoddisfazione lavorativa/sociale, nostalgia ma anche classici robe tipo “guardate che non sono io che sono strano, siete voi”. Ahimè, tutte cose vere...trasformate in musica.
6. A livello musicale quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe riuscire a produrre nuovi EP con costanza. Non so dire ogni quanto per ora. I live verranno più avanti, quando avrò una scaletta che mi consentirà di pensarci.
QUi il link alla pagina personale di MPM Producer.
1. Benvenuto su Stai Music. Parlaci del tuo progetto musicale, chi è MPM?
Ciao! MPM è un terribile acronimo del mio periodo da produttore/compositore su commissione, ovvero Marco Porrà Music, nato solo alla fine di una militanza in una punk rock band durata dieci anni e di studi di musica d’avanguardia. L’ultimo anno, fatto di grosse novità lavorative, mi hanno spinto a ricominciare a creare musica per me stesso. Ecco la nascita dell’alter ego artistico My Poison’s Mark (i social erano già pronti con quel nome...qundi…!) Col nuovo progetto provo a sintetizzare tutte le esperienze musicali acquisite finora e a gestire l’esperienza a 360 gradi, dall’ideazione della musica, alla registrazione e al mixaggio.
2. “Reborn” è il titolo del tuo ultimo singolo. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso questo brano?
Reborn è fra tutte il singolo che maggiormente descrive la voglia di ripartire. Il tema del pezzo è che , volenti o nolenti, prima o poi le nostre ambizioni (che spesso convivono con le frustrazioni), tornano a galla. E quando succede, il fatto di (ri)affrontarle , porta inevitabilmente a una rinascita.
3. Come mai hai scelto di scrivere testi in lingua inglese?
Scrivo in inglese da sempre, anche ai tempi della band (i Wallcrush, per chi fosse curioso. Tra l’altro,appunto, esiste una sola canzone del quartetto in italiano). Non è facile rispondere. Mi è sempre parso che le canzoni italiane fossero ricche di retorica forzata, di un linguaggio che non sentivo come quello di tutti i giorni. Oltre a un discorso di semplicità della lingua, mi sembra essere un discorso di cultura. In gran parte delle canzoni inglesi e delle band che ascolto, mi sembra più facile trovare dei versi diretti e semplici. Quando fai rock , anche un pò spinto, è essenziale parlare senza troppi fronzoli. Ci sta la poesia, ma non bisogna eccedere secondo me. Ovviamente abbiamo frotte di eccellenti artisti italiani che dimostrano che si possa scrivere bene e semplicemente, ma li ho forse scoperti troppo tardi per fare dell’italiano la mia scrittura primaria. Però, da dieci anni a questa parte, ascolto molto rap italiano. Lì qualcosa è cambiato; quindi state in campana, magari in un immediato futuro potrete sentire anche un MPM Producer che si cimenta con l’italiano...
4. L’ultimo brano che hai pubblicato ha un sound molto particolare. A quali artisti ti ispiri durante la composizione della tua musica?
Come detto, ormai ho alle spalle esperienze molto diversificate con la musica. Di conseguenza, ciò che provo a fare, è creare uno stile personale , fatto di un mix dei generi che più mi sono trovato a esplorare durante il mio percorso. Se da una parte nasco col punk rock anni 2000, dall’altra sono rimasto affascinato dai nuovi trend elettronici e urban degli anni ‘10 (Dubstep, Trap, Hip Hop moderno e sample based music di sorta)...il connubio non è facile, ma qualcuno può pur sempre provarci, no?
5. Questo singolo anticipa l’uscita di un EP. Quali sono i temi che tratterai al suo interno?
Prevalentemente insoddisfazione lavorativa/sociale, nostalgia ma anche classici robe tipo “guardate che non sono io che sono strano, siete voi”. Ahimè, tutte cose vere...trasformate in musica.
6. A livello musicale quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe riuscire a produrre nuovi EP con costanza. Non so dire ogni quanto per ora. I live verranno più avanti, quando avrò una scaletta che mi consentirà di pensarci.
QUi il link alla pagina personale di MPM Producer.
Tag: nuova musica rock, rock emergente, nu metal, mpm producer, intervista
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