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Artista: Primal Scream Album: Evil Heat


Anno: 2002
Tempo: 41:45

Una Critica dell'album Evil Heat di Primal Scream


Primal Scream è una rock band scozzese che ha preso vita a Glasgow negli anni '80. La loro musica è stata descritta come una miscela di rock psichedelico, punk rock e dance music. Evil Heat è l'ottavo album in studio della band, che è stato pubblicato nel 2002. In questo post, andremo a esaminare alcune delle canzoni più famose di Evil Heat, oltre a trarne alcune critiche sulle loro scelte artistiche.

La canzone d'apertura dell'album, Deep Hit of Morning Sun, è una ballata acustica con una melodia malinconica e parole introspective, ma anche una chitarra acustica pulita che si adatta perfettamente alla voce di Bobby Gillespie. Autobahn 66 è invece una canzone che combinava un beat dance e un suono di chitarra elettrica che richiama rinascita del punk nel 1976.

La terza canzone, Rise, è una collab da Jim & William Reid con gli stessi Primal Scream: una canzone rock and roll-rossa e politica che sorse dal BAE Systems. Questa canzone ha un sound aggressivo che si apre con un'intro di chitarra massiccia e implacabile. Successivamente, l'album presenta The Lord Is My Shotgun, che è una canzone di country rock, altro esempio del sound musicale multiforme che la band cerca di offrire.

Alligator Wine è un classico canzone garage-rock che esplode con chitarre distorte, batteria frenetica e testi perversi, resi ancora più osceni dai cori di femmine urlanti. A Scanner Darkly è una canzone viscerale che si apre con un suono di batteria martellante e un riff di chitarra graffiante. La canzone presenta l'energia spensierata caratteristica dei Primal Scream.

A questo punto, nel contesto storico del 2002, quello che l'industria musicale richiedeva erano gruppi che playsassero un rock alternativo con un suono più brutale ed elettronico. Evil Heat, di per sè, è' un album più polarizzante di alcuni altri dischi del gruppo, ma da ascoltatori, possiamo apprezzarlo anche se non condividiamo specifiche scelte artistiche.

In definitiva, Evil Heat è un'opera interessante, che ha lottato per mantenere il loro sound' puro' e riuscire ad evolverlo man mano che il gruppo cambiava. Anche se non sembra essere il disco più cohesivo della band, ha comunque molte grandi tracce che vale la pena ascoltare almeno una volta. L'album verte su un concetto ben definito; riunisce i Primal Scream in una serie di registrazioni antitetiche associate a un repertorio di generi e sapientemente mescolati con l'intento di esplorare differenti suoni e influenze. Sicuramente merita una certa attenzione!