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Alcool

Esagerare e autodistruggersi. Siamo viziosi e siamo deboli, cerchiamo nella bottiglia il nostro riparo quotidiano contro la routine. Ci aiuta a liberare i sentimenti per tanto tempo sopiti e repressi, l´alcool é il nostro maestro di vita; siamo umani e sbagliamo. Questo ci insegna il bicchiere vuoto che stiamo fissando, ma purtroppo é troppo tardi, il limite é stato superato e siamo in balia delle onde irregolari e potenti del maledetto alcool. . Musica e alcol. Due dei passatempi più popolari in tutto il mondo, spesso associati a feste, relax e divertimento. Ma vanno davvero insieme? Si scopre che la risposta è, forse. La ricerca ha suggerito che le persone che hanno ascoltato musica sembrano scegliere l'alcol con un effetto complessivamente inferiore rispetto a senza aver ascoltato una melodia in anticipo. Inoltre, gli effetti fisiologici offerti da alcuni tipi di musica possono effettivamente aumentare il livello di impatto. In sostanza, ciò significa che la musica può aumentare la tolleranza evitando ulteriori rischi di intossicazione. Uno sfortunato effetto collaterale qui però è che gli aumenti di piacere possono ulteriormente portare a un numero maggiore di eventi di bere. Rendendo quindi ancora più importante bere responsabilmente se l'alcol e la musica sono coinvolti in qualsiasi festa! Musica e sbornia: quale rapporto?.
Che esista un legame tra la musica e l’alcol è un’ipotesi che non fa gridare al miracolo. Eppure, è interessante scoprire che la connessione tra queste due entità va ben oltre il semplice consumo e il coinvolgimento dei sensi. In effetti, la musica può rappresentare l’elemento catalizzatore per l’insorgere di una sbornia. Ma come mai succede?
In primo luogo, la musica funge da fattore scatenante dell’allegria e della partecipazione attiva all’evento in cui ci troviamo. In altre parole, alzare il volume delle canzoni da ballo favorisce il rilascio di endorfine, responsabili della sensazione di benessere. Di conseguenza, tutti assieme ci sentiamo più liberi, disinibiti, e l’alcol si presenta come un acceleratore di questa sfera emotiva.
In secondo luogo, le note musicali accellerano il beat cardiaco, estendono i tempi delle performance fisiche e permettono di ballare e cantare come se non ci fosse un domani. L’alcol, dunque, entra a far parte di questa dinamica e amplifica i meccanismi di rilascio delle endorfine, generando una sorta di loop di piacere e dipendenza.
Inoltre, la musica può fungere da talismano per creare amicizia e per sentirsi parte di un gruppo. Infatti, la condivisione di un brano in specifico può essere la base per creare una serata indimenticabile. Tuttavia, se il consumo di alcol diventa esagerato, i rapporti sociali potrebbero esserne compromessi.
Infine, la musica può rappresentare una sorta di autoflagellazione mentale. Infatti, un ascolto ripetitivo di specifiche canzoni può far emergere stati d’animo contrastanti, che possono essere amplificati dall’alcol. Ci si può ritrovare a piangere, ridere, ballare, abbracciarsi, e poi tornare a piangere. Un ciclo emotivo che può durare tutta la notte.
In definitiva, il rapporto tra la musica e l’alcol è un tema stimolante e sempre attuale. In parte a causa della genetica, in parte per ragioni emotive, molti di noi apprezzano la sbornia come momento di distacco dalla quotidianità. Tuttavia, è importante prenderne coscienza e cercare di limitare i danni, sia quelli fisici che quelli mentali. La musica può essere un modo per vivere questa esperienza al meglio, ma occorre utilizzarlo con responsabilità. Infatti, la sbornia non deve essere un modo per scappare dalla realtà, bensì un’occasione per dimenticare le preoccupazioni e divertirsi in maniera responsabile e consapevole.
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2024-02-07

La fermata fantasma

Quando torno dal lavoro prendo sempre il treno alla stazione Garibaldi. Un treno fatto di sollievo, stanchezza e frustrazione. Odore forte. Il treno va in direzione Rho-Fiera. Quando parte dopo un paio di minuti entra in un tunnel, lungo, scuro fatto di buio, dal finestrino vedi il tuo riflesso, una persona triste. Ad un certo punto, come per incanto, nel tunnel nero vedi comparire, piú in alto di due piani, un altro treno molto piú lento. Pieno di gente, affollato. Ci ho messo un pó a riconoscere le persone, dietro quei finestrini ingialliti e decrepiti. Ma, poi ho realizzato. É il treno delle persone dimenticate, che non hanno una meta, sono lí, aspettano nei nostri spazi vuoti, senza che noi ce ne accorgiamo. Una massa decomposta di fantasmi della societá: anziani abbandonati, emigrati, bambini senza genitori, emarginati, mutilati, brutti, mendicanti, alcolizzati. Qualche volta ci inciappiamo addosso e abbiamo sempre due atteggiamenti o fugace disprezzo o due minuti di falsa misericordia. Stanno sempre lí, attendendo che gli venga costruita una fermata, dove poter finalmente scendere e vivere una vita decente. Il narcisismo non ce li fa notare, ci porta a credere che siano invisibili e che siano una piccola percentuale della razza umana persa per strada. Nell´aprile del 2015 in Kenia 147 studenti universitari sono morti per mano di terroristi jihadisti. Nessun minuto di silenzio, nessun programma speciale, nessuna rappresaglia, nessuna presa di posizione, nessun cordoglio internazionale. Solo un altro vagone che si riempie.
Tag: relittiumani, alcolizzati, personeacuinessunofreganiente, dimenticati
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