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Artista: Blood, Sweat & Tears Album: No Sweat


Anno: 1973
Tempo: 0:0-1

Recensione critica dell'album No Sweat di Blood, Sweat & Tears


Chi non conosce Blood, Sweat & Tears? Questo gruppo americano è stato fondato a New York nel 1967 da un gruppo di musicisti eclettici, provenienti dall'universo del jazz e del rock. La loro musica è una fusione di stilemi diversi, che spaziano dal blues, al jazz a quella che viene definita rock psichedelico. Nel corso degli anni la formazione è stata più volte cambiata, anche al livello dei componenti fondamentali. Dopo diversi dischi di successo, tra cui il celebre Spinning Wheel, la band pubblica nel 1973 No Sweat, un album dal sound particolare, per molti versi innovativo. In questo articolo vedremo la recensione critica di questo lavoro che ha segnato una svolta nella discografia del gruppo.
No Sweat è composto da 8 tracce, che fondono insieme elementi di jazz, rock, funk e blues. La caratteristica principale dell'album è il sound molto particolare, che rispecchia l'evoluzione del gruppo. Infatti, a questo punto della loro carriera Blood, Sweat & Tears si erano evoluti in una formazione più complessa, più sofisticata, ed è proprio questo che emerge dalle canzoni di No Sweat. La prima traccia dell'album, Down in the Flood, è un pezzo dal ritmo incalzante, che mescola insieme elementi rock e blues. La voce del cantante Jerry Fisher è potente e graffiante, e il brano lascia ben intendere la direzione che Blood, Sweat & Tears hanno deciso di prendere.
Il primo singolo estratto dall'album è Children of the Wind, una canzone che attinge al soul e al R&B, e che si distingue per l'interpretazione intensa di Fisher e per il coro gospel che la fa da controcanto. Il brano è un piccolo capolavoro, che dimostra la capacità del gruppo di farsi interprete di generi diversi, senza per questo perdere la propria identità. La title-track No Sweat è un brano che fonde elementi di jazz e di rock, e che si distingue per il groove della batteria e per l'assolo del sassofonista Bobby Keys.
Il disco prosegue con altre tracce di grande effetto, come ad esempio Mara's Theme e Naked Man, brani dalla struttura complessa che fanno emergere la vena jazzistica del gruppo. Jelly Man, invece, è un brano dalle sonorità più morbide, con un'introduzione pianistica che fa da preludio alla voce di Fisher, che qui dimostra una grande capacità interpretativa. L'album si chiude con Blues for a Green Earth, una sorta di jam session che evidenzia la virtuosità dei singoli musicisti.
No Sweat è un album che ha segnato una svolta nella carriera di Blood, Sweat & Tears. Il sound particolare, la maggiore complessità strutturale dei brani e la varietà di stilemi che vengono mescolati insieme hanno fatto sì che questo lavoro sia ancora oggi considerato un piccolo capolavoro della rock music. Le critiche all'epoca dell'uscita non furono tutte positive, ma il tempo ha dato ragione ai componenti della band. No Sweat è un album che merita di essere ascoltato oggi, ventisette anni dopo la sua pubblicazione, sia dai fan dei Blood, Sweat & Tears che da chiunque voglia avvicinarsi alla musica degli anni '70 con un occhio critico.