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Artista: Leonard Cohen Album: Songs From a Room


Anno: 1969
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album Songs From a Room di Leonard Cohen


Leonard Cohen, cantautore canadese, è considerato uno dei più grandi poeti della musica del XX secolo. Il suo genere musicale è una commistione di folk, rock e pop, e i suoi testi spesso affrontano temi legati all'amore, alla morte e alla spiritualità. Tra le opere più riuscite del suo vastissimo repertorio, si annovera Songs From a Room, il secondo album in studio del cantautore, che venne pubblicato nel 1969. In questo post, ci concentreremo su questo capolavoro del cantautore e ne faremo una accurata critica, evidenziando i punti di forza e quelli deboli, cercando di fare un'analisi oggettiva della sua produzione musicale.

Prima di addentrarci nel merito dell'album, è importante fare una piccola panoramica sulle opere di Leonard Cohen in generale. Compositore eclettico, Cohen ha attraversato diverse fasi artistiche durante la sua carriera. Il suo primo lavoro in studio, Songs of Leonard Cohen, prodotto nel 1967, è considerato il migliore tra i suoi album iniziali. Tuttavia, a partire dal 1969 il cantautore cominciò a sperimentare e a cercare nuove sonorità, con una maggiore attenzione per il lato più evocativo e poetico delle sue canzoni. Songs From a Room è stata la conseguenza di questa svolta artistica.

L'album è stato prodotto da Bob Johnston ed è stato registrato nel corso del 1968, presso lo studio di registrazione della Columbia Records a Nashville. L'intero prodotto dura poco più di 33 minuti ed è composto da dieci tracce. Rispetto al precedente album, Songs From a Room presenta una diversa attenzione alla strumentazione, che risulta essere meno acustica e più elettrica, ma in modo sottile, senza perdere mai quel sentore di malinconia che contraddistingue Cohen come autore.

Le migliori canzoni dell'album sono senza dubbio Bird on the Wire, The Partisan, Lady Midnight e Story of Isaac. Bird on a Wire è forse la canzone più nota dell'album per il testo, e viene spesso associata al periodo degli hippie e delle proteste pacifiste in America durante gli anni ‘60. The Partisan è una canzone che racconta la storia di un soldato francese che si unì alla resistenza durante la seconda guerra mondiale; Lady Midnight è una ballata malinconica sulla solitudine dell'amore e sul senso di smarrimento che spesso l'accompagna; Story of Isaac è una riflessione sulla storia biblica di Abramo e Isacco.

È difficile trovare critiche, seppur costruttive, ai lavori di Leonard Cohen, poiché il suo livello di qualità è sempre stato eccellente. Tuttavia, se proprio dovessi trovare un punto debole in Songs From a Room probabilmente potrei sottolineare la scelta di Cohen di non proporre molta variazione tra le dieci tracce dell'album. Infatti, i brani assomigliano molto tra loro, sia per il mood che per la strumentazione, che non presenta grandi cambiamenti. Se c'è bisogno di un po' di vivacità nell'album, però, la si può trovare nella canzone A Bunch of Lonesome Heroes, che rappresenta un po' di variazione rispetto alle altre canzoni dell'album.

Conclusion: In definitiva, Songs From a Room di Leonard Cohen è un album che ha segnato una svolta artistica importante per il cantautore canadese. La scelta di esplorare nuove sonorità ha dato vita a un’opera di grande fascino e pregio. Nonostante non presenti molte variazioni tra le sue tracce, risulta indubbiamente una summa del genio poetico di Cohen, con testi che riescono ad emozionare e a far riflettere. Un capolavoro, in poche parole, in cui Cohen sembra presentarsi al pubblico in tutta la sua vulnerabilità e la sua profondità.