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Il tormento del dark rock

Saletta oscura, malessere circostante, tapezzeria rovinata e pareti scrostrate, ma camera troppo buia per osservarlo. Un paio di lamette, delle gocce di sangue che cadono a terra, una generazione che cavalca la tristezza per allontanarsi dalla realtá. Il dark rock é un modo di vivere, nero, oscuro e una musica che lo accompagna.
Ultime canzoni aggiunte alla playlist:
1-Joy Division - Love Will Tear Us Apart
2- -
3-Inxs - Need You Tonight
4-Bloc Party - Banquet
5-Burlesque - Collision Of Sex
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2023-01-18

Violator, la stella cieca

Lei é seduta sul divano, si vorrebbe tagliare, ma non ha voglia neanche di quello. Ci sono dei quadri attaccati alla parete, belli, sono neri, con delle righe sbiadite, forse rosse, forse gialle. Sono le 6 del pomeriggio, é febbraio, é fuori é giá buio e la giornata non ha detto niente. Nella stanza scendono le note di Waiting for the night, le parole sono paletti di ghiaccio che si infilano sotto pelle….Quando ogni cosa é scura Siamo protetti dalla cruda realtá…Un altro giorno, un altro scalino verso le gallerie abbandonate e umide della sua mente. Un trillo del Whazzap, una piccola fiammella si accende in fondo al tunnel, in lontananza, si vede. Le punta delle dita riprendono calore…Con gli occhi socchiusi Le cose sembravano anche migliori Di quando li avevo aperti…la canzone, é un soffio sibillino sulla piccola fiamma, Ho aspettato che scendesse la notte Ora tutto è sopportabile E qui nell'immobilità Tutto ciò che senti è tranquillità…VIOLATOR dei Depeche Mode, una celebrazione del silenzio, dell´oscuritá, della violenza, ma soprattutto della notte, un piccolo rifugio dove cullarsi, dove nascondersi.
Tag: demonicheciassillano, notte, dark, gionatafredda, solitudine
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2021-12-30

ALASKA-19

Occhi grigio neve. Pelle bianco Alaska. Un cappuccio nero avvolgeva il suo volto invisibile. Fissandomi tra la fessura che si formava tra l’anta dell’armadio e la porta della camera da letto se ne stava lì in piedi, senza proferir parola. Mi destai dal profondo sonno quando il sole infuocava la mia stanza. Se ne stava lì. Occhi negli occhi. Sono sveglia? Pensai tra me e me mentre raggiungevo la cucina per poter trovare una tazza pulita nel lavandino colmo da giorni di piatti da lavare. Mosche. Tazze l’una dentro l’altra. Caffè amaro. Mi voltai. La maschera sul ciglio della cucina fissandomi. Silenzio tetro. Mosche. Afferrò la mia mano e mi condusse all’armadio dei vestiti. Piegato e stirato di tutto punto se ne stava appeso il mio completo da lavoro. Lo specchio riflesse una piccola macchia sul polsino della camicia. Mi avvicinai. Sangue. Una piccola macchia rosso sangue quasi invisibile spezzava il colore al mio abito. É tardi, con una giacca a maniche lunghe nessuno la noterà. Noncurante e nonpensante. Mi diressi lungo la via che mi portava ai miei doveri. Ancora zombie. Persone silenziose. Noia. Le telefonate arrivavano incessanti . Voce robot. Pareti muri di Berlino. Occhi persi sulle luci di metropoli. “Andiamo a casa?” Presenza maschera una volta ancora al mio fianco mi afferò la mano trascinandomi per le vie della città. Persone barcollanti fantasmi. Volti maschera. Dai lati delle bocche fluiva lento e quasi raggrumato sangue nero. Corpi tumefatti. Luci morte. Tomba di città. Silenzio pressante. Tomba fantasia. I corpi ciondolavano mossi da una danza inerte. Occhi neri. Occhi alieni. La sua mano mi trascinava senza forze lungo tutto il marciapiede fino alla porta di casa. A malapena riuscii ad inserire le chiavi nella serratura. Scorre sangue. Ricolma le mie mani. Spinta fanstama. Sdraiata sul letto fisso il soffitto. Impetuoso mare sangue. Faccia maschera si affaccia alla fessura. Lentamente fatico a respirare. Affanno. Respiro. Affanno. Petto costretto. Stetto senza fiato. Ghigno maschera. “Qui Alaska-19. Alaska-19. Rispondete. É in arrivo un altro corpo”. Affanno. Resp…affann…
Tag: dark rock, alaska, racconto del terrore, mosche, sangue
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