Pizzica
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2023-05-24
Se ti morde uno scorpione, balla con noi fino al mattino
Era il 20 aprile 1797 quando la nobiltà tarantina offrì una serata da ballo al re Ferdinando IV di Borbone e la pizzica appariva per la prima volta in un documento scritto come “nobbilitata tarantella”, ma ancora più remote sono le sue origini. Originaria del Salento e legata alle pratiche terapeutiche della danza della taranta – attraverso questa, infatti, si scongiuravano gli effetti del morso del ragno o dello scorpione –, la pizzica è anche una danza popolare e ludica appartenente a quel gruppo di musiche e danze tradizionali denominate tarantelle, tipiche dell’Italia meridionale.
Gli strumenti musicali coinvolti nella pizzica sono parecchi: su una base di tamburello, utile a dare il ritmo, possono innestarsi zampogna, violino, mandolino, triangolo e altri sonagli rurali, castagnole e vari strumenti a fiato. Nell’età moderna, poi, si aggiunge all’elenco l’organetto, sostituito nel tempo dalla fisarmonica.
Pensando alla pizzica non si può non pensare ad uno sventolare di gonne e fazzoletti: se la prima infatti è un capo d’abbigliamento immancabile per la componente femminile, il fazzoletto era utilizzato anticamente sia per invitare il compagno scelto alla danza, ma anche per animare ulteriormente il ballo. Il ballo, infatti, si esegue a coppia ma, non trattandosi di una danza strettamente da corteggiamento, non è necessario che la coppia sia formata da individui di sesso opposto. In alcune tradizioni locali come quella di Ostuni, la danza tra due uomini può assumere il significato di una competizione in prestanza, creatività e agilità, ma anche di gioco, se uno dei due uomini scimmiotta, per esempio, passi tipici della danza al femminile. Un’altra variante, invece, detta pizzica schermata prevede che i danzatori simulino un duello coi coltelli durante il ballo, che diventa così occasione per dimostrare la propria valenza schermistica.
Nel tempo le forme della pizzica si sono evolute, tanto che si parla oggi di “neo pizzica”: si è passati infatti da posture e passi energetici, rituali e quasi severi, tipici della cultura rurale, a forme mutuate anche da altri balli – quali il flamenco o il tango -, che tendono a rendere le coreografie più libere, varie ed in parte anche improvvisate. Nonostante sia rimasta sempre viva nel folklore salentino, una vera riproposta della pizzica, tanto in musica quanto nel ballo, inizia negli anni ‘70, e si lega culturalmente ad altri fenomeni musicali del sud Italia raggiungendo così un pubblico più vasto. Oggi la 'Notte della Taranta' è la più importante rassegna musicale dedicata alla pizzica, e raccoglie annualmente centinaia di migliaia di ballerini e curiosi ormai dal 2007.
Gli strumenti musicali coinvolti nella pizzica sono parecchi: su una base di tamburello, utile a dare il ritmo, possono innestarsi zampogna, violino, mandolino, triangolo e altri sonagli rurali, castagnole e vari strumenti a fiato. Nell’età moderna, poi, si aggiunge all’elenco l’organetto, sostituito nel tempo dalla fisarmonica.
Pensando alla pizzica non si può non pensare ad uno sventolare di gonne e fazzoletti: se la prima infatti è un capo d’abbigliamento immancabile per la componente femminile, il fazzoletto era utilizzato anticamente sia per invitare il compagno scelto alla danza, ma anche per animare ulteriormente il ballo. Il ballo, infatti, si esegue a coppia ma, non trattandosi di una danza strettamente da corteggiamento, non è necessario che la coppia sia formata da individui di sesso opposto. In alcune tradizioni locali come quella di Ostuni, la danza tra due uomini può assumere il significato di una competizione in prestanza, creatività e agilità, ma anche di gioco, se uno dei due uomini scimmiotta, per esempio, passi tipici della danza al femminile. Un’altra variante, invece, detta pizzica schermata prevede che i danzatori simulino un duello coi coltelli durante il ballo, che diventa così occasione per dimostrare la propria valenza schermistica.
Nel tempo le forme della pizzica si sono evolute, tanto che si parla oggi di “neo pizzica”: si è passati infatti da posture e passi energetici, rituali e quasi severi, tipici della cultura rurale, a forme mutuate anche da altri balli – quali il flamenco o il tango -, che tendono a rendere le coreografie più libere, varie ed in parte anche improvvisate. Nonostante sia rimasta sempre viva nel folklore salentino, una vera riproposta della pizzica, tanto in musica quanto nel ballo, inizia negli anni ‘70, e si lega culturalmente ad altri fenomeni musicali del sud Italia raggiungendo così un pubblico più vasto. Oggi la 'Notte della Taranta' è la più importante rassegna musicale dedicata alla pizzica, e raccoglie annualmente centinaia di migliaia di ballerini e curiosi ormai dal 2007.
Tag: pizzica, tarantella, ballare, salento, tradizione
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