2023-01-02
Finchè morte non ci separi
“Cretino! Zitto, cretino!”
“Devi stare zitto! Cretino! Cretino! Cretino!”
“Zitto. Stai zitto”
Ma lui non rispondeva mai. Mai. Silenzio, come quando c’è la nebbia. Un giorno come tanti. Una sera qualunque. Lei urlava sempre e più urlava più attirava la mia attenzione. Spettatrice di un matrimonio. I signori Vacher abitavano di fronte alla mia stanza. Estate. La mia finestra sul cortile.
“Zitto! Fai schifo! Zitto! Cretino!” Le stesse urla interrompono i miei sogni. Seduta sul letto ascoltavo curiosa. Una curiosità quasi perversa affacciata alla finestra pur restando nell’ombra. Vidi la signora Vacher che inveiva contro il marito. Immobile. Il loro balcone ricolmo di fiori di fronte alla mia finestra. Lui reggeva tra le mani un quotidiano. Indifferenza. Inerzia apatica. E cosi oggi, domani, dopodomani. “Cretino! Zitto!”
DRIIN(un campanello)
“Buonasera signora Vacher, posso gentilmente chiederle se ha del sale grosso?”“Signorina, qual buon vento, ma certo, si accomodi, la prego, si accomodi”Un odore pungente nella casa si mescolava alla muffa del legno vecchio dei mobili. Bruciano le mie narici. ”Arrivo subito, si accomodi pure sul divano”Il signor Vacher immobile. Il quotidiano tra le mani. ”Buonasera signor Vacher”Ancora una volta silenzio. Scostai leggermente il quotidiano dal centimetro del suo volto. Il collo storto, la testa appoggiata alla spalla e la pelle tumefatta. La bocca spalancata lanciava un urlo silenzioso. Alla gola un cacciavite trapassava da parte a cervello. Il sangue oramai rinsecchito percorreva un tratto dalla gola alla camicia. Riga. Sangue. Riga. Sangue.
“Eccomi signorina, mi scusi per l’attesa “
La signora Vacher, premurosa, porgendomi il barattolo del sale.
Tag: relazione coniugale, horror, vita di coppia, sangue, morte, surrealismo
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2023-01-01
Esci la stanza
Ansia, chiuso, sudore, spruzzi di sangue, scuro, senti pericolo, non sai esattamente perché, ma percepisci che il tempo passa e che tu stai per andare in contro alla morte. Dal film
Saw al gioco
Escape the Room, ricorre il tema del risveglio nel mistero, del cercare di capire, del riuscire a risolvere qualcosa, del tentare di scappare. Ambizioni che ricordano la nostra gioventú ribelle, sigillata in una cameretta piccola, tossica, soffocante. Intenti a guardare il soffitto, meditando sui vari mezzi che abbiamo a disposizione per cercare di
scappare da quell´inferno giornaliero che compone la nostra etá della pubertá. Poster di gruppi musicali, cd, magliette di band sono gli indizi che compongono il nostro malessere e che i genitori faticano a decifrare. Un puzzle immateriale destinato a segnare la nostra giovinezza, che se non riusciamo a risolvere ci porta alla pazzia, alla fuga senza uscita.
Tag: gioco, escapetheroom, ascensore, serialkiller, pauraepanico
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