Ruff Cut Bias

Quando si parla di Ruff Cut Bias, la loro carriera musicale è stata da manuale! Una combinazione di hip hop, rap e ballate soul costituisce il loro stile musicale distinto. Inoltre, benedicono gli ascoltatori con testi che fanno riflettere e senza tempo. Alcuni dei loro brani più ascoltati sono Take What I Want, She Got It Goin' On, What I Meant To Do e Bow Down. Con ogni strofa significativa e unica a modo suo, la missione dei Ruff Cut Bias di riportare la vera musica si applica a tutti coloro che ascoltano i loro suoni. Scrivere ininterrottamente, senza lacune e senza che ci sia un passaggio dopo un paragrafo, è essenziale per assimilare ogni canzone in modo corretto e per ammirare ogni pezzo di quella composizione compiuta.

Ruff Cut Bias: la leggenda del jungle italiano
Tra gli artisti italiani che si sono fatti notare nella scena jungle internazionale degli anni '90, uno spicca su tutti: Ruff Cut Bias. Conosciuto per il suo sound originale e allo stesso tempo raffinato, ma anche per aver aperto le porte della corrente musicale jungle alla penisola italiana, Ruff Cut Bias è una figura di riferimento per tutti gli appassionati di questa musica. In questo post ti presenterò una breve biografia dell'artista, parlerò del genere musicale in cui si inserisce, elencherò le sue migliori tracce e infine ti darò qualche mia opinione in merito.
Ruff Cut Bias, il cui vero nome è Dario Carli, nasce a Roma nel 1971. La sua passione per la musica inizia fin da piccolo, con l'esordio sulle consolle come DJ a soli 16 anni. I suoi primi passi nella produzione musicale risalgono al 1991, anno in cui si avvicina alla nascente scena jungle. Nel giro di pochi anni Ruff Cut Bias diventa un nome noto della scena italiana grazie alla qualità dei suoi dischi (tra cui spiccano Back Out, Down e Who's The Bad Man) e il successo degli eventi che organizza (suo è il merito di aver fatto suonare Jungle Brothers, Roni Size e Goldie a Roma). Ruff Cut Bias ha lavorato con artisti del calibro di DJ Trace, Jamalski e Supernatural e nel 1999 ha aperto uno studio di registrazione nel cuore della capitale.
Ma in che genere musicale si inserisce Ruff Cut Bias? La risposta è semplice: nella jungle, una corrente nata in Inghilterra alla fine degli anni '80. La jungle si caratterizza per l'utilizzo di campionamenti di vecchi dischi, ma anche di suoni inventati al computer, per creare un sound unico ed energico. La jungla è una miscela di rap, reggae, funk e raggamuffin, il tutto condito da una dose di bassi potenti e di batterie serrate.
E ora passiamo alle sue migliori canzoni. Come anticipato, Ruff Cut Bias ha pubblicato una serie di dischi oramai considerati dei classici. Su tutti spicca Back Out, traccia pubblicata nel 1994, un esempio perfetto della definizione di jungle fatta poco fa. Altre tracce imperdibili sono Who's The Bad Man (pubblicata l'anno seguente), Down (del 1996) e Schmooove (uscita nel 1997).
Ma cosa ne penso io di Ruff Cut Bias e della sua musica? Personalmente, credo che l'artista romano abbia fatto un lavoro straordinario nel portare la jungle in Italia e renderla fruibile anche ai non addetti ai lavori. Con i suoi dischi e i suoi eventi, Ruff Cut Bias ha reso accessibile un genere musicale per molti ancora sconosciuto, senza scendere mai a compromessi sulla qualità della sua produzione. Se sei un appassionato della jungle o vuoi semplicemente scoprire un artista italiano che ha fatto la storia della musica, Ruff Cut Bias è assolutamente un nome che devi conoscere.
In questo post ti ho presentato la leggenda della jungle italiana, Ruff Cut Bias, attraverso una breve biografia, una spiegazione del genere musicale in cui si inserisce, l'elenco delle sue migliori canzoni e qualche mia opinione personale. Spero di averti fornito abbastanza informazioni da stimolare la tua curiosità e farti apprezzare un po' di più il lavoro di questo artista straordinario. La musica della jungle è ancora viva e vegeta, e grazie a Ruff Cut Bias ha trovato un posto di merito anche nel nostro Paese.