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Artista: Don McLean Album: Botanical Gardens


Anno: 2018
Tempo: 0:0-1

La botanica musicale di Don McLean: un’analisi dell’album Botanical Gardens


Don McLean è un cantautore americano nato nel 1945 che ha raggiunto il successo negli anni ’70 grazie alla sua hit planetaria American Pie. La sua musica spazia tra il folk e il rock, ma ha sempre avuto una particolare inclinazione per i testi poetici e profondi. Il suo ultimo album, Botanical Gardens, rilasciato nel 2018, si presenta come un’opera dolce e meditabonda, che racconta la bellezza della natura attraverso gli occhi dell’artista.

L’album Botanical Gardens di Don McLean è una sorta di ritorno alle sue origini folk del periodo antecedente ad American Pie. È un lavoro profondo, che parla di amore, perdita e speranza. Il titolo richiama il giardino botanico, luogo in cui l’artista raccoglie i fiori delle sue canzoni: Botanical Garden, The Lucky Guy e Ain’t She a Honey. La bellezza della natura è ampiamente celebrata in questo album, ma lo sfondo è sempre quello della vita, con tutto il suo dolore e la sua sofferenza.

Botanical Gardens si presenta come un album coerente e ben strutturato, che regala momenti di grande bellezza. Botanical Gardens, la title track, è un brano intimo e meditativo, che presenta la voce di Don McLean accompagnata solamente dalla chitarra. The Lucky Guy è una canzone dal sound più rock, che tratta il tema della relazione amorosa, con un testo delicato e profondo. Ain’t She a Honey è un’altra canzone che spicca per il suo sound ritmato e orecchiabile, in cui McLean canta della sua amata.

Il contesto in cui è nato l’album Botanical Gardens è quello del passare del tempo, del ricordo e della maturità dell’artista. L’album è stato pubblicato dopo ben otto anni dal precedente, Addicted to Black, il che fa comprendere come l’artista abbia voluto dedicarsi al progetto con estrema cura e passione. Gli arrangiamenti sono quanto mai essenziali, il che rende l’ascolto un’esperienza molto intensa.

Alcune critiche all’album Botanical Gardens possono essere fatte in riferimento alla sua lentezza e alla sua mancanza di varietà. Tuttavia, queste caratteristiche sono parte integrante della poetica dell’artista. Don McLean predilige la lentezza, in quanto essa gli permette di esprimere tutte le sfumature dei suoi testi. Botanical Gardens è un’opera molto armoniosa e omogenea, che però rischia di risultare un po’ troppo lenta per alcuni gusti.

Conclusion: In conclusione, l’album Botanical Gardens di Don McLean è un’opera intima e meditativa, in cui l’artista celebra la bellezza della natura e l’amore nel suo significato più profondo. Anche se la lentezza può risultare un po’ troppo marcata per alcune persone, l’album rimane una testimonianza della grande abilità di McLean come cantautore e poeta. Con la sua musica, Don McLean ci invita a guardare il mondo con uno sguardo nuovo e attento, imparando a riconoscere la bellezza che ci circonda ogni giorno.