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Artista: REO Speedwagon Album: Building the Bridge


Anno: 1996
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album Building the Bridge di REO Speedwagon


Benvenuti amanti della musica! Oggi parleremo dello sfortunato album Building the Bridge degli REO Speedwagon, datato 1996. Sebbene gli amanti dell'hard rock e dell'AOR non possano ignorare questa band fondata nel 1967, molti di voi potrebbero non essere a conoscenza della loro storia e del loro genere musicale. Quindi, prima di addentrarci nella critica dell'album, diamo un'occhiata alla band.

REO Speedwagon è una band americana di rock classico formata a Champaign, Illinois. Sono diventati famosi per i loro hit come Keep on Lovin' You e Can't Fight This Feeling, che sono diventati simboli del rock degli anni '80. Il loro genere di musica cadrebbe sotto la categoria dell'AOR (Adult Oriented Rock), una popolare forma di rock degli anni '80 che includeva molte ballate rock. Ora che abbiamo una buona comprensione dell'artista e del genere, possiamo dare uno sguardo all'album in questione.

Building the Bridge è l'album degli REO Speedwagon del 1996, e sebbene questi veterani del rock siano generalmente riusciti a produrre grandi album nel corso degli anni, questo album non lo è stato. Il disco ha seguito la via del rock degli anni '80 in un'epoca in cui il grunge e il rock alternativo stavano dominando la scena musicale. Di fronte a questa tendenza, Building the Bridge non riesce a raggiungere un'identità musicale e sembra un insieme sfuocato di canzoni in cerca di una direzione.

Il Cd si apre con Can't Stop Rockin', una pesante canzone rock, che ricorda molto il suono degli anni '80, ma che suona un po' antiquata. La musica rallenta con Dream Weaver, una ballata piuttosto piatta e non entusiasmante. Tuttavia, le cose migliorano leggermente con Dead at Last, una canzone rock con un riff interessante che mette a fuoco le forze dell'hardrock degli REO Speedwagon.

L'album riprende un po' di slancio con la canzone Eyes of a Lifetime, che presenta un ottimo assolo di chitarra e una voce solida, ma va subito giù di nuovo con Back in my Heart Again, che risulta molto scontata. In generale, l'album pecca in originalità e rimane un lavoro troppo scontato dall'inizio alla fine. Si aveva l'impressione che gli autori stiano cercando di seguire i tempi, iniziando a fare musica solo per accontentare la moda contemporanea.

In conclusione, Building the Bridge degli REO Speedwagon può essere un album adatto solo agli appassionati del rock degli anni '80, ma per quanto riguarda i nuovi ascoltatori della generazione odierna, rimane uno dei loro album meno acclamati. Forse la band avrebbe dovuto rimanere fedele alla propria sound che li ha resi celebri e, invece di cercare di seguire la moda musicale, avrebbero dovuto continuare a produrre il rock classico e convincente che sapevano fare meglio.