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Artista: Sarah Vaughan Album: No Count Sarah


Anno: 1959
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album No Count Sarah di Sarah Vaughan


Sarah Vaughan è stata una delle artiste più influenti del jazz e del pop. La sua voce potente e versatile le ha permesso di spaziare tra diversi generi musicali producendo grandi successi. In questo blog analizzeremo l'album No Count Sarah rilasciato nel 1959, insieme alla sua band, per la Roulette Records. Descriveremo brevemente il genere musicale e il contesto storico in cui è nato l'album. Inoltre, daremo un'occhiata alle migliori canzoni dell'album e ad alcune critiche sull'artista e sull'album.

Il genere musicale dell'album No Count Sarah è il jazz. In particolare, la Vaughan ha fatto uso di un tipo di jazz chiamato big band, ovvero un gruppo di musicisti che suonano insieme in modo sincronizzato. Questo genere è stato sviluppato negli anni '30-'40 ed era molto popolare negli Stati Uniti. L'album si colloca nella parte finale del periodo del big band, quando questo genere musicale iniziò a declinare a causa del successo di artisti di altri generi.

L'album No Count Sarah presenta otto tracce, tra cui spiccano: The More I See You, How Long Has This Been Going On?, e No Count Blues. Queste canzoni sono state scelte tra alcune delle migliori canzoni di quegli anni e interpretate in modo magistrale da Sarah Vaughan in compagnia della sua band. Particolarmente apprezzabile l'interpretazione di The More I See You, una ballad che veniva molto suonata dai musicisti dell'epoca, e la riedizione di No Count Blues scritta dal sassofonista Ed Bickert. Questa traccia in particolare è stata una vera e propria sfida per gli artisti, in quanto era caratterizzata da un ritmo molto difficile da seguire.

Il contesto in cui è nato l'album è stato più o meno turbolento. Alla fine degli anni '50, il jazz stava lentamente scemando a causa della crescente popolarità di altri generi musicali. Inoltre, gli artisti jazz di colore incontravano molte difficoltà nello sviluppo della loro carriera, sia a causa del razzismo che delle politiche discografiche. Tuttavia, Sarah Vaughan è stata in grado di superare queste difficoltà ed è riuscita a fare grandi successi grazie alla sua voce unica e alla sua bravura.

D'inverno, posso passare ore seduto davanti al fuoco a sentir suonare il mio disco preferito di jazz. Tuttavia, non posso sostenere che l'album No Count Sarah sia stata una scelta eccellente di Sarah Vaughan. Personalmente, ritengo che questo album sia troppo lento e costante, senza molte innovazioni da proporre ai fan del jazz. Alcune delle canzoni sembrano ripetitive e non offrono molto in termini di varietà e sfumature. Inoltre, la registrazione e la produzione dell'album non sono molto buone, come se la band si stesse esibendo in una sala vuota. Detto questo, ci sono alcune eccezioni come le canzoni The More I See You e How Long Has This Been Going On?, che sono molto emozionanti da ascoltare nonostante i difetti dell'album.

In sintesi, No Count Sarah è un album controverso e controverso di Sarah Vaughan. Da un lato, rappresenta un'opera importante del jazz e dello storico periodo del big band. D'altra parte, tuttavia, l'album non è stato interpretato con la stessa originalità e creatività che Sarah Vaughan aveva dimostrato in album precedenti. Nonostante alcune critiche, questo album ha comunque avuto successo in termini di vendite e ha ricevuto recensioni positive dalla critica musicale. Se sei un appassionato di jazz, devi assolutamente ascoltarlo e trarre le tue conclusioni.