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Artista: Mike Oldfield Album: Tubular Bells III


Anno: 1998
Tempo: 45:45

Una critica dell'album Tubular Bells III di Mike Oldfield


Mike Oldfield è un artista britannico che ha fatto la storia della musica dal vivo degli anni '60 e '70. Tra i principali esponenti del rock progressivo e della musica ambientale, ha saputo costruire un suono unico, che mescola elementi provenienti da culture differenti. In questo blog ci concentreremo sull'album Tubular Bells III, pubblicato nel 1998. Attraverso una breve panoramica delle migliori canzoni di questo album, cercheremo di capire se Oldfield è riuscito a restare fedele alle sue radici musicali.

L'album Tubular Bells III è una sorta di seguito del primo album, pubblicato nel 1973. La struttura è simile, con lunghe composizioni strumentali costruite su una fitta rete di percussioni e melodie ripetitive. La prima traccia, The Source of Secrets, è emblematica di questo stile: il pezzo si apre con un crescendo di campane tibetane, per poi sfociare in una melodia che si ripete lungo tutta la durata della canzone. Nonostante questa struttura apparentemente semplice, il pezzo riesce a coinvolgere l'ascoltatore e a portarlo in un mondo sonoro fatto di suggestioni.

Anche Jewel in the Crown e The Inner Child sono brani che si distinguono per la loro intensità e per la capacità di creare immagini sonore e suggestive. Qui Oldfield sfodera tutta la sua bravura nel suonare i vari strumenti, dal pianoforte alla chitarra elettrica, dalla cornamusa alla fisarmonica.

Tuttavia, ci sono alcune tracce che non riescono a decollare come le altre. Ad esempio, Firefly e Outcast sembrano un po' forzate, con melodie ripetitive e poco ispirate. The Top of the Morning è invece più divertente, ma sembra una sorta di citazione di alcune delle sue canzoni più famose, come Moonlight Shadow o To France.

In generale, l'impressione che si ha ascoltando l'album è che Oldfield abbia cercato di riportare in auge lo stile delle sue prime produzioni, magari per cercare di riscattarsi dopo alcuni album meno ispirati degli anni '90. In un certo senso, Tubular Bells III è un omaggio a se stesso, ma non sempre questo omaggio risulta convincente.

In conclusione, Tubular Bells III di Mike Oldfield è un album che si fa ascoltare ma che non convince appieno. Ci sono alcune tracce che si distinguono per la loro capacità evocativa, ma altre che sembrano ripetitive e poco originali. D'altra parte, però, il fatto che Oldfield sia riuscito a mantenere il suo stile unico per così tanti anni è già di per sé un ottimo risultato. In ogni caso, consigliamo di ascoltare l'album con attenzione e di fare la vostra personale valutazione.