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Artista: Mike Oldfield Album: Five Miles Out


Anno: 1982
Tempo: 50:14

Una critica dell'album Five Miles Out di Mike Oldfield: Un'analisi del meglio e del peggio della musica del celebre artista


Mike Oldfield è un celebre artista britannico conosciuto per le sue opere strumentali fusion e rock progressivo. Il suo album Five Miles Out, pubblicato nel 1982, è stato acclamato dalla critica come uno dei migliori della sua carriera. In questo blog, analizzeremo le migliori canzoni dell'album, il contesto in cui è stato creato, e forniremo alcune critiche sull'album e sull'artista.

Five Miles Out è stato scritto durante un periodo turbolento nella vita di Mike Oldfield. Dopo la pubblicazione del suo album di successo, QE2, Oldfield ha iniziato a soffrire di attacchi di panico e di depressione. In un tentativo di conquistare la sua salute mentale, ha iniziato a fare esercizio fisico regolarmente e a trascorrere del tempo con la sua famiglia.

La canzone principale dell'album, Five Miles Out, è stata ispirata da un volo che Oldfield aveva preso da Barcellona a Bruxelles durante il quale l'aereo era incappato in un temporale. La canzone si apre con suoni di burrasca e rumori di aerei a reazione, mentre Oldfield suona una chitarra acustica. La traccia poi prende vita con l'aggiunta di percussioni e cori potenti. La canzone è un'epica strumentale di nove minuti che si fonde perfettamente con gli stili fusion e rock progressivo di Oldfield.

Un'altra canzone notevole dell'album è Family Man, una ballata pop-rock con testi che denotano un equilibrio tra la vecchia vita ed il nuovo amore. La canzone è stata scritta in collaborazione con Tim Cross e Rick Fenn e presenta un arrangiamento musicale dolce e amabile che si differenzia nettamente dal restante album. Anche il secondo singolo Mount Teide si differenzia dal resto dell'album per la mancanza di un prolungato riff di chitarra.

Infine, Orabidoo è un'altra traccia strumentale che contraddistingue Five Miles Out. L'inizio della traccia è caratterizzato dal suono esotico degli strumenti orientali, come il sitar e il koto giapponese, accompagnati da un arpeggio di chitarra, e si sviluppa in un complesso arrangiamento di rock progressivo.

In termini di critica, alcuni hanno affermato che Five Miles Out non è uno dei migliori album di Oldfield, rispetto alla sua opera più celebre, Tubular Bells. Altri hanno criticato il fatto che la voce di Oldfield è presente solo in poche canzoni dell'album e in altre solo nei cori.

Conclusion: Con l'album Five Miles Out, Mike Oldfield ha dimostrato di mettere in luce la propria versatilità artistica, spaziando dal rock progressivo alla fusion, fino a ballate pop-rock. La sua esperienza personale nell'affrontare la depressione e gli attacchi di panico è stata possibile rifletterla nell'emozione delle note dei suoi brani. In conclusione, Five Miles Out rimane uno dei lavori più apprezzati dell'artista e continua a suscitare emozioni ancora oggi.