Acid jazz
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2023-01-31
La rincorsa dell’Acid Jazz
L’evoluzione del jazz si è tradotta in una musica in grado di aumentare a dismisura quelle sensazioni che si trovavano alla base della musica afroamericana per eccellenza nel suo sviluppo urbano: ritmi cadenzati ma mai banali, viaggi vorticosi dei fiati con trombe e sax che svolazzano su una base di suoni elettronici dove le tastiere la fanno da padrone. L’acid jazz è questo ma allo stesso tempo molto di più, il musicista che lo suona è figlio di Herbie Hancock e mostra di saperlo aprendo la sua fantasia a infiniti assolo che corrono sulla lama del rasoio, non volendo mai concedere attimi di rilassamento all’orecchio di chi ascolta. E’ come una rincorsa perenne fatta seguendo i ritmi pimpanti della drum machine.
Chi ama questo tipo di musica preferisce in genere ascoltarla dal vivo, seguendone le evoluzioni e le improvvisazioni che portano l’ascoltatore in un vortice tumultuoso di sensazioni, ben conscio che l’aspetto geometrico che in tanti generi musicali serve ad accalappiare l’attenzione qui non viene preso in considerazione, non c’è simmetria e ogni strumento molte volte viaggia seguendo linee melodiche proprie, anzi a volte la melodia proprio non c’è ed ecco perché è stata definita musica acida, lontana da qualsiasi legame con quello che era il suo progenitore, il jazz classico, come un figlio ribelle che non vuole nemmeno più portare il cognome dei genitori. Il virtuosismo dei musicisti viene non solo accettato o sopportato, ma è addirittura base imprescindibile per un’esecuzione che si slaccia da ogni obbligo per dare vita a rincorse e stop improvvisi, l’elettronica è la base di un sound che non può che essere attuale e moderno, che non conosce freni o misure.
Ci sono comunque anche elementi di soul e funk insieme a numerosi altri elementi contemporanei, possiamo definirlo concettualmente come una devoluzione stessa del concetto di fusion anche se contrariamente al rap jazz si fonda molto sulla ricerca strumentale, lasciando quasi completamente da parte gli aspetti vocali. Uno degli interpreti più conosciuti in Italia è James Taylor, l’ex tastierista dei Prisoners col suo storico James Taylor Quartet e possiamo dire che dalla fine degli anni ’90 questo genere ha preso piede ed è apprezzato dagli amanti dell’acid house che hanno evoluto il loro gusto musicale.
Chi ama questo tipo di musica preferisce in genere ascoltarla dal vivo, seguendone le evoluzioni e le improvvisazioni che portano l’ascoltatore in un vortice tumultuoso di sensazioni, ben conscio che l’aspetto geometrico che in tanti generi musicali serve ad accalappiare l’attenzione qui non viene preso in considerazione, non c’è simmetria e ogni strumento molte volte viaggia seguendo linee melodiche proprie, anzi a volte la melodia proprio non c’è ed ecco perché è stata definita musica acida, lontana da qualsiasi legame con quello che era il suo progenitore, il jazz classico, come un figlio ribelle che non vuole nemmeno più portare il cognome dei genitori. Il virtuosismo dei musicisti viene non solo accettato o sopportato, ma è addirittura base imprescindibile per un’esecuzione che si slaccia da ogni obbligo per dare vita a rincorse e stop improvvisi, l’elettronica è la base di un sound che non può che essere attuale e moderno, che non conosce freni o misure.
Ci sono comunque anche elementi di soul e funk insieme a numerosi altri elementi contemporanei, possiamo definirlo concettualmente come una devoluzione stessa del concetto di fusion anche se contrariamente al rap jazz si fonda molto sulla ricerca strumentale, lasciando quasi completamente da parte gli aspetti vocali. Uno degli interpreti più conosciuti in Italia è James Taylor, l’ex tastierista dei Prisoners col suo storico James Taylor Quartet e possiamo dire che dalla fine degli anni ’90 questo genere ha preso piede ed è apprezzato dagli amanti dell’acid house che hanno evoluto il loro gusto musicale.
Tag: acid, jazz, herbie, piano, ritmo, james, taylor, house
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