Rock psichedelico
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2023-04-08
La banana più famosa dello psychedelic rock: i Velvet Underground
Una carriera che vale l’immortalità, grazie anche ad un sodalizio fortunato: i Velvet Underground, gruppo statunitense formatosi nel 1964 e considerato tra i più influenti nel mondo della musica.
Nascono dall’incontro di Lou Reed, al tempo studente universitario, e John Cale, musicista allievo di La Monte Young. Si decide di far gruppo e a loro si uniscono Sterling Morrison alla chitarra e Angus MacLise alla batteria. Scelgono il nome di 'Velvet Underground', titolo del libro di Michel Leigh a tema con la sessualità underground dell'America degli anni ‘60. È un nome che fa paio con le loro prime composizioni, come 'Venus in Furs', brano ispirato dall’omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, che tratta di masochismo e perversioni sessuali.
I Velvet sono potenti e innovativi, ma restano nell’ombra. Registrano i primi brani ('The Black Angel's Death Song', 'Venus in Furs', 'Heroin' e 'Wrap Your Troubles in Dreams') ma non arrivano alle orecchie di nessuno di importante: persino il tentativo di Cale di far arrivare il nastro a Mick Jagger durante un suo viaggio in Gran Bretagna, fallisce. Cominciano ad esibirsi in vari locali newyorkesi e al 1965 risale il primo ingaggio per un concerto nel New Jersey: in questa occasione MacLise lascia il gruppo, non accettando di svendere la loro musica, e viene sostituito da Maureen “Moe” Tucker, delicata all’apparenza, ma straordinaria alle percussioni.
15 dicembre 1965, la band è al Café Bizarre di New York e ad ascoltarli, in mezzo al pubblico, ci sono alcuni influenti membri della Factory di Andy Warhol, il più grande nome della pop art: sono questi a suggerire all’artista di ingaggiarli come resident band proprio per la Factory.
Avete presente quell’album con la famosa banana gialla su sfondo bianco? L’incontro con Warhol ribalta le loro sorti: si fa manager del gruppo, fa aggiungere alla formazione come cantante l’attrice e modella tedesca Nico e produce il loro album d’esordio, 'The Velvet Underground & Nico'. Con gli artisti di Warhol e del suo show 'Explodin Plastic Inevitable', per il quale curano l’accompagnamento musicale, i Velvet partono in tourneé per gli Stati Uniti. Il loro rock è inedito ed inusuale in tutti i sensi: dai testi, che trattano di morte, solitudine, sesso e droghe, di controtendenza alla cultura hippie del momento, alla musica, dalle melodie semplici e i ritmi ossessivi. Il tutto, abbinato al cantato-parlato di Reed.
Dallo show agli studi di registrazione, il passo è breve: ancora Warhol procura al gruppo un contratto con la Verve Records. Stavolta i Velvet Underground hanno carta bianca: nessun suggerimento, solo pura ricerca della propria identità e sperimentazione. Il resto è, ormai, leggenda.
Nascono dall’incontro di Lou Reed, al tempo studente universitario, e John Cale, musicista allievo di La Monte Young. Si decide di far gruppo e a loro si uniscono Sterling Morrison alla chitarra e Angus MacLise alla batteria. Scelgono il nome di 'Velvet Underground', titolo del libro di Michel Leigh a tema con la sessualità underground dell'America degli anni ‘60. È un nome che fa paio con le loro prime composizioni, come 'Venus in Furs', brano ispirato dall’omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, che tratta di masochismo e perversioni sessuali.
I Velvet sono potenti e innovativi, ma restano nell’ombra. Registrano i primi brani ('The Black Angel's Death Song', 'Venus in Furs', 'Heroin' e 'Wrap Your Troubles in Dreams') ma non arrivano alle orecchie di nessuno di importante: persino il tentativo di Cale di far arrivare il nastro a Mick Jagger durante un suo viaggio in Gran Bretagna, fallisce. Cominciano ad esibirsi in vari locali newyorkesi e al 1965 risale il primo ingaggio per un concerto nel New Jersey: in questa occasione MacLise lascia il gruppo, non accettando di svendere la loro musica, e viene sostituito da Maureen “Moe” Tucker, delicata all’apparenza, ma straordinaria alle percussioni.
15 dicembre 1965, la band è al Café Bizarre di New York e ad ascoltarli, in mezzo al pubblico, ci sono alcuni influenti membri della Factory di Andy Warhol, il più grande nome della pop art: sono questi a suggerire all’artista di ingaggiarli come resident band proprio per la Factory.
Avete presente quell’album con la famosa banana gialla su sfondo bianco? L’incontro con Warhol ribalta le loro sorti: si fa manager del gruppo, fa aggiungere alla formazione come cantante l’attrice e modella tedesca Nico e produce il loro album d’esordio, 'The Velvet Underground & Nico'. Con gli artisti di Warhol e del suo show 'Explodin Plastic Inevitable', per il quale curano l’accompagnamento musicale, i Velvet partono in tourneé per gli Stati Uniti. Il loro rock è inedito ed inusuale in tutti i sensi: dai testi, che trattano di morte, solitudine, sesso e droghe, di controtendenza alla cultura hippie del momento, alla musica, dalle melodie semplici e i ritmi ossessivi. Il tutto, abbinato al cantato-parlato di Reed.
Dallo show agli studi di registrazione, il passo è breve: ancora Warhol procura al gruppo un contratto con la Verve Records. Stavolta i Velvet Underground hanno carta bianca: nessun suggerimento, solo pura ricerca della propria identità e sperimentazione. Il resto è, ormai, leggenda.
Tag: psychedelic, rock, velvet, underground, lou, reed, warhol
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