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Woodstock, un pezzo di storia musicale

L'icona di una generazione, un mito, un desiderio, un festival a cui tutti avremmo voluto partecipare: Woodstock. Prenditi lsd, vai in un prato con gli amici, accendi la musica, vestiti da hippy e rivivi l'emozione di quei giorni. Corre l’anno 1969, la psichedelia e i sogni si impossessano degli hippie che fluttuano fra allucinazioni e fra grandi star del rock nei prati della campagna di Bethel, nel Sullivan County. Deliri e visioni, musica e emozioni, ma non solo. Woodstock diventa un concetto che entra nel vocabolario musicale quotidiano, ma sconfina anche dal suo tessuto, significa libertà, gioia di vivere, desiderio del momento, amore e pace. Il Festival di Woodstock del 1969 ha un posto speciale nella storia della musica rock come Jimmy Hendrix, Bob Dylan, The Who, Janis Joplin hanno partecipato all'evento. Woodstock è stato un evento leggendario che è passato alla storia della musica. Ha riunito migliaia di persone per celebrare il loro amore per la musica rock, creando ricordi indimenticabili che vivranno per sempre. La gente cantava insieme e ondeggiava fianco a fianco mentre la musica soul permeava l'aria. Non è esagerato dire che è stata un'esperienza fuori dal mondo! Il concerto di Woodstock è stato un innegabile magnete per l'energia positiva, unendo famiglie e amici in tutto il mondo. La musica ha davvero un potere magico come nessun altro - Woodstock lo ha dimostrato! Vogliamo celebrare con questa playlist il Festival di Woodstock, un evento che ha cambiato il mondo del rock ed è diventato un'icona per la generazione hippie.
Ultime canzoni aggiunte alla playlist:
1-Country Joe And The Fish - Love
2-Richie Havens - Freedom
3-The Band - We Can Talk
4-Johnny Winter - Mean Town Blues
5-Jefferson Airplane - White Rabbit
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La storia musicale di Woodstock

Parlare di Woodstock è difficile. Quei tre (in realtà furono quasi quattro) giorni di "pace, amore e musica rock", dopo quasi cinquant'anni, sono inevitabilmente entrati nel mito. Già le premesse indicano che si è trattato di un avvenimento straordinario: quel che doveva essere un festival di provincia a due ore di macchina da New York (infatti, a causa di problemi di organizzazione, in realtà si tenne a Bethel, nella contea di Sullivan, a 70km da Woodstock), si trasformò, vista la mole di persone, nel più grande festival della musica rock. Non è dato sapere il numero preciso dei partecipanti: previste, dagli organizzatori, al massimo 50.000 persone, i numeri oscillano tra i 400.000 e il milione di presenti, in un coro di ribellione pacifica, distorto dalle chitarre elettriche e da stupefacenti quali LSD e cannabis, mosso da cuori caldi e vibranti percussioni.

Lo spettacolo fu inaugurato da Richie Havens, alle 17:07 di venerdì 15 agosto; l'esibizione di Jimi Hendrix (che insistette per chiudere la scaletta) e dei suoi Gypsy Sun and Rainbows, terminò la manifestazione il lunedì verso le 11. In totale furono 32 le esibizioni, tra le quali, oltre a quella del già citato Hendrix, quelle di altri mostri sacri della psichedelia e del rock, come Joan Baez, Creedence Clearwater Revival, Janis Joplin, Jefferson Airplane, The Who, Ten Years After, Grateful Dead, Joe Cocker, Santana. Fa impallidire l'idea che, per varie ragioni (tra cui rifiuti piuttosto polemici), artisti del calibro dei Doors, Led Zeppelin, Jethro Tull, Frank Zappa e Bob Dylan avrebbero potuto aggiungere il loro nome alla lista.

Dall'esibizione di Joan Baez incinta di sei mesi alla memorabile interpretazione di With a Little Help From My Friends da parte di Joe Cocker (cui seguirono tre ore di pausa a causa di un forte temporale), fino all'ormai "classica" distruzione della chitarra di Pete Townshend degli Who, per non parlare del pubblico, indifferente alla scarsità di cibo e acqua vista la serenità e la fratellanza che si respirava: numerosi sarebbero gli aneddoti da raccontare, che la stampa statunitense di quei giorni tentò di distorcere, volendo presentare quel concerto come una manifestazione dai toni quasi violenti. E in un certo senso, per quanto in maniera figurata, lo fu: il momento culminante di tutta Woodstock, dinnanzi a un pubblico ormai ridotto a "sole" 200.000 persone, giunse con la dissacrante interpretazione dell'inno statunitense, The Star-Spangled Banner, ad opera di Jimi Hendrix. La leggendaria Stratocaster bianca, rigorosamente destra pur essendo lui mancino, che ruggisce distorta e furiosa l'inno americano, schernendolo, denunciandone le violenze del governo sia nella politica interna, conservatrice, che in quella estera (sono gli anni della Guerra in Vietnam) rappresenta l'immagine simbolo che chiude quei tre giorni, quella che più di tutte si è fissata sull'immaginario collettivo. Dopodiché ancora pochi minuti di musica, giusto il tempo di un'improvvisazione e di due classici come Purple Haze e Hey Joe, e il concerto finisce - e con esso il sogno di quelle migliaia di giovani, che non si accorsero di vivere in prima persona l'apice del movimento Sessantottino.

Di Woodstock se n'è parlato e se ne parlerà ancora molto. Però quello che sembrava un punto di partenza si rivelò un punto di arrivo: proprio come la cima della montagna segna l'inizio della discesa, così gli anni successivi si caratterizzarono per un acuirsi delle lotte, che assunsero sempre più connotazioni politiche, perdendo dunque quella spontaneità e semplicità che, di fatto, fecero la magia del Festival di Woodstock.
2022-10-24

Altamont Speedway Free Festival, la morte della generazione Woodstock

Questo festival, fu organizzato dai Rolling Stones, cercando di proporre una Woodstock dell’ovest. Ma non finì come previsto e anzi fu dimenticato con gli anni, forse volutamente, perché di quella immagine idilliaca del rock della fine degli anni 60, della cultura hippie, certe cose è meglio occultarle. È l’altra faccia del festival evento, mal organizzato e mal gestito, ma forse anche questo è rock and roll alla fine, vivi il momento e violenza, morte e decadenza.

La data del festival fu annunciata il 4 dicembre, due giorni prima dell’evento e la sicurezza fu gestita dagli Hells Angels Motorcycle Club (HAMC), la salvaguardia delle persone e delle cose affidata a una banda di motociclisti prepotenti e brutali in cambio di 500$ e di birre fresche, che epoca ragazzi!! Comunque, il festival finì male, un morto, 3 feriti gravi, concerti non conclusi, band che si tirano indietro, suono indecente.

Vi consiglio la visione del documentario Gimme Shelter che mostra il tour del ’69 dei Rolling Stones incluso il festival di Altamont.
Tag: woodstock, altamont, festival, rock'n'roll, decandenza, violenza, hellsangels, rollingstones
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