english spanish italian

Artista: D*Note Album: Criminal Justice


Anno: 1995
Tempo: 0:0-1

Recensione critica dell'album Criminal Justice di DNote


Se sei un amante della musica elettronica, non puoi non conoscere DNote. Questo progetto musicale britannico nasce negli anni '90 e si distingue per il suo sound innovativo e per la straordinaria capacità di fondere elementi di jazz, soul e funk con la musica dance. In questo articolo ci concentreremo sull'album Criminal Justice, terzo lavoro in studio del gruppo, per analizzare i suoi pregi e le eventuali critiche.
Il primo brano che salta all'orecchio è The Garden Of Earthly Delights, una traccia dalle sonorità jazz, con un ritmo coinvolgente e una linea di basso davvero sorprendente. La presenza del sassofono e del piano rendono il tutto ancora più interessante. Seguono poi Iniquity Worker, che unisce sapientemente la voce dell'artista Youssou N'Dour al beat elettronico, e Devotion, una canzone dalle atmosfere più soft ma con un groove irresistibile.
Altro brano notevole è Criminal Justice, che dà il nome all'album. Si tratta di un pezzo strumentale caratterizzato da un beat martellante e da una lunga sezione di sassofono, che regala un'aria decisamente jazz alla traccia. Molto interessante anche They Must Comply, un brano con sonorità tribali arricchite dalle percussioni e dalla voce di Rebekka Ling.
Tuttavia, non mancano nei 10 brani che compongono l'album delle tracce un po' troppo ripetitive e poco originali, come L'Esperanza. In questa canzone manca la verve che contraddistingue l'intero progetto musicale di DNote e sembra ci si sia pensato più al ritmo che alla produzione di un contenuto musicale realmente valido e coinvolgente.
In conclusione, Criminal Justice di DNote è un album interessante e originale, che mescola sapientemente elementi di diversi generi musicali dando vita a sonorità coinvolgenti e innovative. Nonostante ci siano alcuni brani meno riusciti, gli altri sono capaci di catturare l'attenzione dell'ascoltatore fin dalla prima nota e di accompagnarlo in un viaggio musicale che lascia spazio alla sperimentazione, alla tecnica e all'energia.