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Artista: Philip Glass Album: Satyagraha


Anno: 1985
Tempo: 0:0-1

Una critica all'album Satyagraha di Philip Glass


Philip Glass è un compositore statunitense famoso per il suo stile minimalista, caratterizzato dall'uso di pattern ritmici ripetitivi e l'assenza di variazioni melodiche. Il suo lavoro ha influenzato molti artisti di generi diversi, come il rock, l'elettronica e la musica classica. Satyagraha è un album del 1985, che prende il nome dal movimento indiano non violento fondato da Mahatma Gandhi. In questa recensione analizzeremo l'album e l'artista, con uno sguardo attento alle migliori canzoni e al contesto in cui è stato creato.

Satyagraha è basato su tre atti, ispirati a varie fasi della vita di Gandhi e alle idee che lo hanno guidato. La prima canzone di questo album, The Knee Plays, è un raro momento di apertura melodica, che anticipa il minimalismo ripetitivo dei prossimi brani. Act I - Tolstoy è un ritratto sonoro dell'incontro di Gandhi con lo scrittore russo, sul tema della non violenza. Act II - Tagore si concentra invece sulle idee poetiche del poeta bengalese Rabindranath Tagore e Act III - King è una riflessione sulla lotta per i diritti civili.

Uno dei momenti più emozionanti dell'album è Evening Song, un'aria d'opera in cui il personaggio di Gandhi canta parole tratte dal Bhagavad Gita, il testo sacro indù. In questa canzone, la voce di Glass assume una funzione narrativa, raccontando le emozioni e le preoccupazioni del protagonista. The Flood è un pezzo di musica elettronica, che mira a evocare la tempesta e l'inondazione descritta nella Bibbia.

Tuttavia, non tutti i brani presenti su Satyagraha sono altrettanto suggestivi. The Window e Kuru Fields in particolare, possono suonare ripetitivi e noiosi, a causa delle stesse strutture musicali, che si ripetono continuamente. Questo è un rischio comune all'interno del minimalismo musicale, che può appesantire le ascolti prolungati.

Philip Glass ha ricevuto molte lodi per la sua innovazione nell'ambito della musica minimalista. Tuttavia, i suoi detrattori sostengono che questa estetica sia priva di emozioni e non si discosti abbastanza dal suo dogmatismo armonico. In effetti, molti hanno criticato la ripetitività delle forme e la mancanza di contrasto melodico, che potrebbe rendere l'ascolto ripetitivo e avvilente.

In definitiva, Satyagraha è un album che merita di essere ascoltato, soprattutto se si è interessati alla musica minimalista e al rapporto fra musica e contesto storico. Nonostante alcune canzoni possano suonare ripetitive, le parti migliori dell'album riescono a dettare un impatto emotivo significativo, unendo lirismo con idee filosofiche. La musica di Philip Glass può non piacere a tutti, ma non si può negare la sua influenza sulla cultura contemporanea e sulla scena musicale americana.