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Artista: Tricky Album: Angels With Dirty Faces


Anno: 1998
Tempo: 0:0-1

Angels With Dirty Faces di Tricky: un capolavoro del trip-hop degli anni '90


Benvenuti a questo articolo dedicato all'album Angels With Dirty Faces di Tricky, una delle figure più influenti del trip-hop degli anni '90. Se siete appassionati di musica elettronica e vi piace esplorare generi alternativi, questo articolo fa per voi. Scoprirete la storia di questo album, le sue migliori canzoni e le critiche che ha ricevuto. Pronti a fare un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta di un album che continua ad ispirare artisti in tutto il mondo?

Prima di parlare dell'album in sé, facciamo una breve introduzione a Tricky. Questo artista inglese, il cui nome vero è Adrian Nicholas Matthews Thaws, è stato uno dei protagonisti della scena trip-hop degli anni '90 assieme ad altri artisti come Massive Attack, Portishead e Björk. Il suo stile musicale si caratterizza per l'uso di campionamenti, drum machine, bassi risonanti e parti vocali sovrapposte, creando un'atmosfera cupa e sperimentale.

Angels With Dirty Faces è il terzo album di Tricky, uscito nel 1998. L'album è stato registrato a New York e si distingue per un sound ancora più oscuro e introspettivo rispetto ai precedenti lavori dell'artista. Il titolo dell'album è ispirato al film omonimo del 1938 diretto da Michael Curtiz e interpretato da James Cagney.

Tra le migliori canzoni sull'album spiccano Money Greedy, Broken Homes e Singing The Blues. Money Greedy è una canzone che mescola un loop di chitarra e toni vocali cupi per creare una traccia onirica e al tempo stesso inquietante. Broken Homes è invece una ballata malinconica e delicata, con voci in falsetto che si intrecciano su un tappeto sonoro di tastiere e batterie. Infine, Singing The Blues è una traccia più ritmata, con un loop di batteria elettronica e un ritornello che si ripete come una sorta di mantra.

Angels With Dirty Faces è stato molto apprezzato dalla critica musicale dell'epoca, che l'ha considerato un capolavoro del trip-hop. Tuttavia, non tutti sono stati d'accordo: alcuni hanno definito l'album troppo cupo e difficilmente accessibile, privilegiando invece il primo lavoro di Tricky, Maxinquaye.

Conclusion: In conclusione, Angels With Dirty Faces di Tricky è un album che merita di essere ascoltato se vi piace il trip-hop e siete alla ricerca di suoni innovativi e sperimentali. Le canzoni dell'album sono un mix di melodie oscure, atmosfere oniriche e testi introspettivi, il tutto accompagnato dalla voce graffiante e intensa dell'artista inglese. Se ancora non avete avuto modo di ascoltare questo capolavoro degli anni '90, vi consiglio di farlo al più presto. Potreste rimanere sorpresi dalla sua bellezza e dalla sua attualità.