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Artista: Serge Gainsbourg Album: Aux armes et cætera


Anno: 1979
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album Aux armes et cætera di Serge Gainsbourg


Serge Gainsbourg è uno dei maggiori esponenti della musica francese, noto per essere un artista eclettico capace di spaziare in diversi generi musicali, dal pop al jazz, dal funky alle ballate romantiche. Il cantautore parigino ha avuto un impatto decisivo sulle scena musicale francese della seconda metà del ventesimo secolo, con una produzione vasta e varia che ha spaziato tra le sperimentazioni sonore più ardite e le melodie più dolci. In questo articolo analizzeremo in particolare l'album Aux armes et cætera, uscito nel 1979 e considerato da molti un capolavoro della musica contemporanea.

Il genere musicale di Serge Gainsbourg è difficile da etichettare, poiché l'artista ha sempre cercato di sfidare le convenzioni e di sperimentare nuovi suoni e forme musicali. Tuttavia, si potrebbe dire che Gainsbourg ha mosso i suoi primi passi nella canzone leggera francese, per poi avvicinarsi al jazz, al rock e al funky. Il suo stile vocale è inconfondibile, con un tono morbido e sensuale che lentamente cede il passo a un timbro graffiante e ironico. Serge Gainsbourg è stata una figura controversa e polarizzante, amato e odiato dai francesi a seconda dei periodi storici e delle correnti culturali dominanti.

L'album Aux armes et cætera è stato registrato in Giamaica, presso i leggendari studi di Bob Marley, e rappresenta un tentativo di rileggere la Marsigliese in chiave reggae. L'idea di fondere la musica patriottica francese con un genere musicale nato in Giamaica ha suscitato non poche polemiche, soprattutto da parte dei conservatori e dei nazionalisti. Tuttavia, l'album è stato accolto positivamente dal pubblico e dalla critica, grazie alla bravura di Gainsbourg nel riconvertire il testo originale in una versione rilassata e ritmata, che rende omaggio alla musica giamaicana pur conservando il carattere solenne dell'originale.

Tra le migliori canzoni di Aux armes et cætera spiccano la title-track, una cover della Marsigliese in versione reggae con un'interpretazione graffiante e ironica di Gainsbourg, e Lola Rastaquouère, un brano che parla di una prostituta francese che incontra un rasta giamaicano. Anche il brano Des laids des laids, con un testo che parla della bellezza delle persone non convenzionalmente attraenti, ha avuto un grande successo. Altri pezzi caratteristici dell'album sono L'homme à la tête de chou, un concept album ispirato a un racconto di Gainsbourg stesso, e Variations sur Marilou, un brano in cui l'artista riprende la figura di Marilou, una prostituta immaginaria che ha caratterizzato la sua poetica sin dagli esordi.

C'è chi ha elogiato Aux armes et cætera come un'opera originale, innovativa e coraggiosa, capace di unire culture ed estetiche musicali distanti ma complementari. Tuttavia, dobbiamo anche fare i conti con le critiche mosse all'album, soprattutto in relazione al modo in cui Gainsbourg ha reinterpretato la Marsigliese, l'inno nazionale francese. Molti hanno trovato questo gesto oltraggioso e blasfemo, ritenendo che l'artista abbia mancato di rispetto al sentimento di patria e di identità degli francesi. In generale, anche il modo in cui Gainsbourg ha rappresentato la figura della prostituta, spesso in modo crudo e violento, ha suscitato reazioni contrastanti.

In definitiva, Aux armes et cætera è un album che va ascoltato con attenzione e critica, per apprezzarne le varie sfaccettature ed eventualmente contestarne le parti più problematiche. Quello che Gainsbourg ci ha lasciato con questo disco è un esempio di come la musica possa superare i confini geografici, culturali e temporali, creando ponti tra mondi diversi e stimolando il dialogo tra culture. Se poi ci piace o non ci piace, dipende da noi.