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Artista: Ice Cube Album: Death Certificate


Anno: 1991
Tempo: 1:01:15

Una critica dell'album Death Certificate di Ice Cube


Ice Cube ha rappresentato uno dei primi rapper ad emergere dalla West Coast americana negli anni '80. Rapper, produttore, attore, regista e sceneggiatore, quest'artista ha influenzato il sound del rap di Los Angeles. Nato a Compton, un quartiere difficile di Los Angeles, ha scelto di rappresentare una visione diversa e alternativa rispetto a quella dei più celebri rapper dell'epoca.

Il suo album del 1991, Death Certificate, ha destato scalpore e controversie, per via dei temi forti e spesso polemici. Diverse canzoni dell'album hanno costituito un manifesto contro il razzismo, la violenza e la brutalità della polizia nei confronti delle minoranze. In questo articolo, esploreremo il contesto storico e culturale di quel periodo, i temi dell'album e le migliori canzoni in esso contenute.

Death Certificate è un album che rappresenta un documento storico- artistico. Nel 1991, in America, il dibattito era acceso sull'urgente necessità di cambiare il sistema sociale e giudiziario. Durante questi anni, i civili neri erano spesso vittime di violenza e abusi da parte della polizia, e molti artisti degli Stati Uniti si sono esposti su questo fronte.

Alcune delle canzoni più rappresentative di questo album sono The Wrong Nigga to Fuck Wit, Steady Mobbin' e Givin' Up the Nappy Dugout. Nel primo brano, 'The Wrong Nigga to Fuck Wit', Ice Cube lancia un messaggio forte e diretto: costui non è l'afroamericano che si fa dominare e maltrattare dalla polizia, ma al contrario un ribelle che vuole combattere contro ogni forma di sopraffazione. In Steady Mobbin' l'artista invece descrive la vita dei giovani delle periferie, le loro storie di violenza e la loro volontà di riscatto attraverso la vendetta.

Un'altra canzone importante dell'album è No Vaseline, un dissing per la sua ex band N.W.A. e per gli altri rapper che facevano parte del gruppo. La canzone è stata accolta come un dissing fortemente offensivo. Ma Ice Cube non ha mai nascosto il suo dissenso nei confronti dell'immagine da macho-maschilista che N.W.A. andava rappresentando.

Ci sono molte altre canzoni nell'album, ognuna con una propria visione del mondo, morale e valori. In generale, Death Certificate è un lavoro molto impegnato e autentico, che ha influenzato sia la musica rap che la cultura popolare.

Tuttavia, come sempre accade con i lavori che escono fuori dalla linea generale e mainstream, il successo di Death Certificate non è stato immediato. Molte radio hanno boicottato il brano Black Korea, per via delle accuse di razzismo. La canzone parla delle tensioni tra i coreano-americani e gli afroamericani durante la protesta di Los Angeles del 1992.

In conclusione, Death Certificate rappresenta un documento storico e artistico importante per la cultura rap e per la società americana nel suo insieme. Non c'è dubbio che Ice Cube abbia mostrato coraggio e determinazione nell'usare la sua musica per esporre le ingiustizie e le discriminazioni contro le minoranze.

Tuttavia, l'impressione di una critica è che l'album sia rimasto un po' indietro rispetto ad altri lavori dello stesso artista. La moltitudine di problemi che Ice Cube affronta nell'album è un po' fuori controllo, e i messaggi spesso non sono chiarissimi. Inoltre, il sound e la produzione sono molto datati.

In generale, Death Certificate rappresenta un album molto impegnato e autentico, che va ascoltato per capire il panorama culturale e sociale dell'epoca, ma non è un lavoro che può piacere a tutti i gusti e a tutti gli ascoltatori.