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Artista: Black Lips Album: Let It Bloom


Anno: 2005
Tempo: 0:0-1

Let It Bloom di Black Lips: Una Recensione Critica


Il 2005 è stato un anno importante per la scena Garage Rock in America, nel quale è nato un'artista di nome Black Lips, una romantica band di Atlanta, Georgia. Questo gruppo ha acquisito popolarità grazie al loro sound distorto e punk che fa rivivere il garage rock degli anni '60. Nel 2005, gli Black Lips hanno pubblicato l'album Let It Bloom, che è diventato un punto di riferimento per la musica del genere. In questo articolo, analizzeremo l'album Let It Bloom song per song e ti daremo una recensione critica dello stesso.
L'album Let It Bloom degli Black Lips inizia con la canzone Sea of Blasphemy. In questa traccia, il gruppo ci trasporta in un'esplosione di punk rock, con riff di chitarra aggressivi e un testo che esalta l'anarchia. La seconda canzone è Can't Hold On, una traccia riempita di risate diaboliche e batteria travolgente. Si dice che questa canzone sia stata scritta in meno di 10 minuti, ma non c'è da meravigliarsi visto il risultato.
La terza canzone dell'album è Boomerang, una canzone piuttosto lenta ma con una solida sezione ritmica. Questa è una delle poche canzoni dell'album che non ha testi caotici e urlati, pullulanti di ooh e ahh. A seguire c'è Hippie Hippie Hoorah, una canzone fastidiosamente orecchiabile che fa strada grazie ai riff di chitarra trascinanti. Anche se il testo potrebbe essere offensivo per alcuni, viene schiacciato e nascosto dalla melodia scattante e dal ritmo accattivante.
Not A Problem è probabilmente la canzone più conosciuta tratta da Let It Bloom. Questo brano dà al chitarrista del gruppo, Jack Hines?, l'opportunità di mostrare quanto sia abile. La canzone dimostra anche che gli Black Lips non stanno cercando di fare troppo rumore, ma stanno comunque mantenendo uno stile spigoloso e tagliente che fa emozionare il pubblico.
La sesta canzone dell'album è Dirty Hands, che ti fa capire immediatamente il motivo per cui questa band è così amata dalla critica. Con un ritmo punk perfetto, un riff di chitarra che ti penetra nell'anima e un testo che fa cantare a squarciagola, questa canzone è perfetta per un live in un club e per un ascolto a casa.
La settima e l'ottava canzone dell'album sono rispettivamente Buried Alive e Take My Heart. Entrambe le canzoni sono piuttosto veloci e il testo delle stesse è slegato rispetto alla melodia, caratteristica distintiva degli Black Lips. La chiusura dell'album è You Are the One, una canzone che lascia il segno, ma non nel modo a cui siamo abituati ascoltando l'album. Il classico garage punk viene abbandonato per lasciare spazio ad una ballata intensa e riflessiva che dimostra la versatilità del gruppo.
In conclusione, Let It Bloom degli Black Lips è un album che ti arriva dritto allo stomaco, fatto di sfuriate punk rock che toccheranno benissimo gli amanti di questo genere musicale. Il disco si copre di graffiti, urla, riff di chitarra e batteria che toccheranno l'anima degli ascoltatori. Anche se alcune canzoni potrebbero non essere apprezzate da tutti, gli Black Lips hanno fatto un lavoro incredibile in questo album. Se sei un fan del garage/punk rock, devi assolutamente aggiungere Let It Bloom alla tua collezione musicale.