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Artista: African Head Charge Album: Voodoo of the Godsent


Anno: 2011
Tempo: 0:0-1

Recensione Critica dell'Album Voodoo of the Godsent di African Head Charge


Ciao amici appassionati di musica, oggi voglio parlarvi di un album particolare che ho ascoltato recentemente. Si tratta di Voodoo of the Godsent di African Head Charge, uscito nel 2011. African Head Charge è una band inglese di dub sperimentale fondata negli anni '80 dall'ex membro dei Dub Syndicate, Adrian Sherwood. Il loro stile è un mix di suoni etnici, psichedelia, reggae e dub. In questo album in particolare, viene dato vita a un'esperienza unica ed energia vibrante.
L'album si apre con la traccia God Willing dove viene creato subito un suono reggae-dub che apre la strada alle tracce seguenti. La seguente The Best Way è un inno di incoraggiamento, con un arrangiamento che attraversa parecchi stili musicali differenti. Il singolo Hold Some More è sicuramente un pezzo forte dell'album. La melodia reggae-dub-rinfrescante è leggera e accattivante, i beats possono ammaliarvi e la voce del cantante anima il brano. Somebody Touch I è invece un brano più sperimentale e con sonorità più etniche. In Bajou Dream, l'attenzione è rivolta all'abbondanza di suoni creati da una varietà di strumenti musicali, mentre in Positive Thoughts & Mind si respira un'atmosfera psichedelica e malinconica.
La produzione di Voodoo of the Godsent è molto curata e, in buona parte, guidata da Adrian Sherwood, produttore di dub famoso per aver lavorato con artisti prestigiosi come Depeche Mode, Primal Scream e Kate Tempest. Sherwood, con questo album, ha cercato di fondere la spiritualità africana con la sua esperienza nel dub, dando vita a un'esperienza unica e originale. Le voci femminili che accompagnano molte delle tracce, inseriscono un ulteriore livello di intimità e profondità ai pezzi.
La critica principale che si può fare a Voodoo of the Godsent riguarda il fatto che l'album è forse troppo lungo e alcune tracce sono margini sotto qualità. Tuttavia, il lavoro è comunque di alto livello in termini di sperimentazione ed energia. L'impressione che si ha è che la band abbia voluto creare un'ambientazione distinta e personale, giocando con sonorità etniche e spiritualità. Per quanto questo possa risultare stimolante, soprattutto in brani come Bajou Dream e Maasai Hop, alcuni pezzi tendono a diluirsi.
In generale, consiglio a tutti gli appassionati di dub e di sperimentazione di dare una chance ad African Head Charge e alla loro creazione più recente, Voodoo of the Godsent. L'album propone un'esperienza di ascolto vibrante e unica che può suscitare emozioni forti e intense. In generale, l'album è un'ottima scelta per chi vuole distaccarsi dalle solite sonorità della musica commerciale e abbandonarsi a qualcosa di più originale e creativo.