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Artista: Arkan Album: Hilal


Anno: 2008
Tempo: 0:0-1

Recensione di Hilal di Arkan: una guida dettagliata sull'album


Se sei un fan dell'Metal orientale, probabilmente hai già sentito parlare di Arkan. La band francese è stata fondata nel 2005 e fa parte della scena metalcore dalla fine degli anni '90. Il loro quarto album in studio, Hilal, è stato pubblicato nel 2019 e ha ricevuto recensioni positive dagli appassionati di musica. In questo articolo, analizzeremo questo album in modo critico e daremo un'idea di ciò che lo rende così impressionante.
Il suono di Arkan è una miscela di metal progressivo, arabo, elettronico e deathcore, e questo è evidente in Hilal. L'album è un vivace viaggio sonoro attraverso le molte influenze del gruppo. La band stessa descrive Hilal come un incrocio tra la tradizione araba e il metal moderno. C'è un'attenzione particolare al ritmo e alla melodia, e questi elementi sono sapientemente intrecciati per creare una traccia musicale emozionante.
L'album inizia con Kaddish, un brano strumentale che prepara l'ascoltatore all'esperienza musicale che verrà. The Endless Wait presenta un suono pesante con una chitarra che entra e esce dalla traccia in modo intrigante. La musica viene accompagnata da una voce gutturale che dona una miscela sonora unica. Amen è un momento di respiro rispetto alla traccia precedente, con una melodia meno pesante e un suono più melodico.
La quarta traccia, Horde's Fury, è stata scritta in memoria di Wissam Tayyar, il chitarrista originale della band. La voce pulita di Manuel Munoz dà un tocco di dolcezza alla canzone, anche se un po' ridondante. Trapped Inside, invece, presenta una performance rapida nelle tastiere e nella batteria. The Call e Cursed sono forse le migliori canzoni dell'album, con chitarre e melodie in arabo che si intrecciano con la voce pulita di Munoz, creando un risultato molto coinvolgente.
Il pezzo successivo, A Silent Curse, è la traccia più pesante dell'album e presenta esclusivamente il cantato deathcore. Beyond Their Pains and a Dream è un ritorno alle melodie arabe con un notevole lavoro di percussioni. L'album si chiude con Vicious Circle, un'ultima traccia che richiama alla mente le sonorità dell'inizio dell'album. In generale, l'album ha una grande varietà di tracce musicali, da pesanti a melodiche e da strumentali a cantate.
In sintesi, Hilal è un album ben equilibrato pieno di energia e varietà. Ci sono alcuni momenti meno riusciti, ma questi sono l'eccezione piuttosto che la regola. Arkan ha saputo fondere con successo diverse influenze musicali per creare un'opera originale e accattivante. Consigliamo questo album ai fan della musica metal in generale e dell'metal orientale in particolare.