La mia compagna cerca di parlarmi sopra allo schermo del portatile. Fa capolino illuminata dalla luce fioca della famosa mela, mi cerca a destra e a sinistra. Forse mi vede dagli occhi in su, seduta sul divano di fronte a me. Un giorno le ho chiesto di
descrivere la mia bocca e il mio naso, e ci è riuscita. Poi ha chiesto a me di descriverla, intera, il suo volto. Il risultato è un Picasso in penombra, squadrato come Arlecchino dagli angoli degli oggetti che ci separano. Se dovessi descrivermi in ogni istante, mentirei seguendo il filo logico della noia, e lascerei spuntare solo la testa.