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Artista: Inxs Album: Full Moon, Dirty Hearts


Anno: 1993
Tempo: 0:0-1

Full Moon, Dirty Hearts di INXS: Un'analisi critica


INXS è sicuramente uno dei gruppi di maggior successo degli anni '80 e '90. Originari di Sydney, in Australia, la band è stata formata nel 1977 ed è riuscita a conquistare il pubblico internazionale grazie al loro stile musicale innovativo, che fonde rock, funk e pop. Tra i loro album più celebri, c'è anche Full Moon, Dirty Hearts, uscito nel 1993. In questo blog post, analizzeremo l'album, valutando le migliori canzoni e il contesto in cui è nato, per poi esporre alcune critiche all'album e all'artista.

Full Moon, Dirty Hearts è stato il nono album in studio di INXS e ha visto luce in un momento delicato per la band. Nel 1992, il cantante della band, Michael Hutchence, aveva subito un grave infortunio alla testa, che l'aveva costretto a interrompere il tour in supporto all'album precedente. Nonostante ciò, il gruppo ha deciso di rientrare in studio nel 1993 per registrare il nuovo album. Il disco inizia con un brano strumentale dal titolo Days of Rust, che crea un'atmosfera misteriosa e suggestiva. Tra le migliori canzoni dell'album, ci sono sicuramente The Gift, una ballata romantica con un arrangiamento orchestrale, e Please (You Got That...), un pezzo funk-rock che richiama i migliori lavori degli INXS degli anni '80.

Tuttavia, nonostante l'impegno della band nel registrare questo nuovo album, Full Moon, Dirty Hearts non è riuscito a replicare il successo dei precedenti dischi della band. Molti critici hanno notato l'assenza di brani memorabili come Never Tear Us Apart o Suicide Blonde. Addirittura, il singolo di lancio dell'album, Please (You Got That...), non è riuscito a entrare nella top 50 delle classifiche inglesi. L'album è stato anche criticato per l'eccessivo utilizzo di collaborazioni con altri artisti, come Ray Charles e Chrissie Hynde dei Pretenders, che sembrano più un'operazione commerciale che un reale apporto creativo alla musica del gruppo.

Inoltre, il momento particolare della vita di Michael Hutchence sembra emergere anche in alcune delle tracce dell'album. La ballata Freedom Deep sembra essere un grido di dolore del cantante in difficoltà, mentre la title-track Full Moon, Dirty Hearts richiama il tema dell'isolamento e della solitudine. La triste vicenda che ha poi portato al suicidio di Hutchence, nel novembre del 1997, fa ancora oggi riflettere sui messaggi trasmessi dai testi delle sue ultime registrazioni.

Full Moon, Dirty Hearts può essere considerato un album apprezzabile dal punto di vista musicale, ma non all'altezza dei precedenti lavori degli INXS. La mancanza di pezzi memorabili e l'accentuata presenza di collaborazioni esterne ne fanno un album meno coeso rispetto ai precedenti. Inoltre, il momento difficile della vita di Michael Hutchence sembra aver influito sulla qualità del lavoro, trasformando le canzoni in una sorta di diario dei suoi pensieri e delle sue emozioni. Tuttavia, l'eredità musicale lasciata dalla band continua ancora oggi ad ispirare molti artisti, dimostrando la grande influenza che gli INXS hanno avuto sulla storia della musica.